Ieri sera l’orsa Amarena, simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, è stata uccisa.
A fucilate.

Era con i suoi cuccioli quando è stata presa a colpi di arma da fuoco.
L’uomo che le ha sparato è stato identificato, e si è giustificato sostenendo di aver avuto paura.

Lei si trovava davanti all’ufficio postale di San Benedetto dei Marsi (AQ), stava passeggiando tranquillamente per le strade, come solita fare. Né lei né nessun altro orso della zona avevano mai arrecato alcun danno né minacciato l’attività o la sicurezza umana.

Oltre ad essere stata una delle femmine più prolifiche della storia del Parco, e quindi una grande perdita, Amarena era il simbolo della capacità organizzativa di una comunità capace di vivere in un area territoriale senza danneggiare o ridurre progressivamente l’ecosistema.

Ora, a costo della vita, è diventata un (ennesimo) simbolo dell'ingiustificabile aggressività umana, della violenza del più forte su chi non ha possibilità di difendersi. Questo succede in un' Italia che approva un Decreto Caccia Selvaggia e che antepone gli interessi delle lobby dello sfruttamento animale a ogni tentativo di costruire comunità capaci di integrarsi nel territorio senza doverlo distruggere.

Inoltre vogliamo ricordare anche uno dei suoi cuccioli, Juan Carrito, che alcuni mesi fa purtroppo è stato investito da un auto e non ce la fatta.

, così come suo figlio , non ha avuto nessuna colpa: esisteva in quanto animale selvatico, in un ambiente purtroppo sempre più usurpato dagli esseri umani.

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Ora più che mai è necessario trasformare il nostro rapporto con le altre specie animali che abitano sul pianeta.

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