@admin
Non credo che potrò partecipare (vivo all'estero e non ho collegamenti diretti con Bologna) ma vorrei buttare lí una mezza idea: e se invece di parlare di donazioni si valutasse l'idea di costituire una cooperativa sociale (multi-stakeholder) in cui chi tiene su il sistema è socio lavoratore e gli altri soci "utenti" per così dire?
@jops
Dunque, per come la vedo io i vantaggi sarebbero due:
- un flusso minimo garantito di fondi tale da permettere ai soci lavoratori di mantenere la struttura senza dover dipendere dalle donazioni (che sappiamo essere volontarie e fluttuanti)
- la formalizzazione di una struttura decisionale orizzontale in cui ogni testa vale un voto, in modo che non si possa mai creare una "cerchia interna" che prende decisioni
@Antanicus @admin
Sui fondi, credo che titare su qualche centinaio di euro non sia un problema, capiamo il modo.
Per quanti riguarda i voti, come abbiamo già scritto usiamo il metodo del consenso.
Una sorte di cerchia ristretta purtroppo ci sarà sempre per motivi tecnici (non tutt* 1300 possono essere amministratrici) e pratici (legali). Però come collettivo ricerchiamo attraverso il sn, mailing list e assemblee spazi decisionali e di discussione. E mi sembra che finora tutto stia funzionando
@Antanicus @admin parlo da singolo, trovo pericolose forme di autoreddito legate all'attivismo.
Mentre, come abbiamo visto nella rete rebal.info, funzionano organizzazioni inclusive non burocratizzate che si organizzano attraverso assemblee periodiche.
Qui dovremmo immaginare come rendere sostenibile finanziariamente questo progetto e la sua evoluzione. Magari spiega meglio la tua proposta e che benefici potrebbero esserci