@Ca_Gi sarà che sono un misantropo, ma mi trovi abbastanza d'accordo con questa posizione. Io questa foga di stare in mezzo alla gente non solo non l'ho mai provata, ma in tutta onestà non mi sembra nemmeno di averla mai vista prima in giro. Sento lacrime e stridore di denti per la "comunità" che sarebbe stata distrutta dal lockdown, ma a dirla tutta la gente prima manco se salutava per le scale nel condominio... Boh?
@rafu A prescindere dalle singole posizioni personali mi pare indubbio che in termini generali il senso di comunità sia molto affievolito rispetto a solo un paio di generazioni fa (per non andar ancor più indietro). Basta solo osservare quanto le chat abbiano sostituito momenti di aggregazione e discussione informale dal vivo. Quel che evidenzia Wolf Bukowski è che questa smaterializzazione già in atto ha contribuito non poco nel permettere l'applicazione del lockdown.
In una società dotata di un maggior senso di comunità, insomma, si sarebbe già scesi in strada a protestare
@Antanicus Parlo per me, invece, da ex-misantropo da lungo tempo redento: io mi trovo (in gran parte) d'accordo con l'articolo di Wolf Bukowski *proprio perché* già da anni avevo cominciato a trovare soffocante il grado di smaterializzazione della mia vita sociale, e a percepire un grande valore nelle interazioni faccia a faccia, per quanto semplici. E a sbattere spesso contro il muro di una versione distopica e mainstreamificata di quelli che erano i miei cyber-sogni di adolescente (al punto di abbracciare forme di micro-luddismo come resistenza & auto-affermazione).
@Ca_Gi