Una testimonianza diretta della rivoluzione iraniana. Sul potere liberatorio della strada, delle rivolte, del prendervi parte in prima persona. E su quanto l'esserci sia imprendibile nelle immagini, nelle foto, nel mondo della comunicazione e dei social media. Probabilmente proprio in questa testimonianza c'è la chiave per decodificare quanto un paese vecchio, incollato ai social, con le piazze vuote, come l'Italia, si rifugga nei complotti, nella mitologia, nel cinismo e nella geopolitica per spiegare cosa arrivi, con le immagini, da lontano, li dove, semplicemente, il desiderio di liberarsi rende tutto più facile, più immediato, più intenso malgrado sbirri, malgrado repressione, ayatollah e guardie morali...