In Friuli sta accadendo una cosa preoccupante: attraverso una mozione sui fondi pubblici, la Regione bolla come “negazionisti” o “riduzionisti” ogni storico/ricercatore/ente che, documenti alla mano, riporta la propaganda sulle foibe alla sua verità storica accertata.
Non solo: tra i “riduzionisti” ha inserito pure Raoul Pupo, colui che per primo applicò l’etichetta di “riduzionisti” a diversi storici del confine orientale! medium.com/@nicolettabourbaki/

Questo é il frutto del trentennale lavoro di costruzione della “memoria condivisa”, ossia lo sdoganamento della vulgata pseudostorica nazifascista e contemporaneo svilimento di ogni verità storica documentata che ne dimostra inconsistenze e falsità. Il tutto in nome di una falsante “equiparazione delle verità”, come se un fatto accertato ed una insinuazione infondata avessero lo stesso valore.

@Ca_Gi
Immaginate se respingessimo del tutto il compagno Mao Zedong, il nostro partito potrebbe sopportarlo? Il sistema socialista del nostro paese potrebbe rimanere saldo? Se non sostenessimo, [l’eredità del maoismo] sarebbe il caos.

Pertanto, gestire correttamente la relazione tra pratica socialista ed elaborazione prima e dopo la riforma e apertura non solo è un problema storico ma soprattutto una questione politica.

medium.com/@deidesk/diversi-pr

La storia è scomoda un po' per tutti.

@gabriele

@Shamar Il fatto é che la scomodità della storia può esser affrontata solo partendo dal metodo storiografico. Mettere nel calderone fatti certi e documentati, narrazioni autoassolutorie e chiacchere, serve solo a sostituire la storia con una poltiglia da cui non si ricaverà mai nulla di buono.
Poi ognuno può fare comunque le proprie considerazioni, ma partendo almeno dai dati certi. @gabriele@social.lucci.xyz

@Ca_Gi @gabriele

"Che cos'è la verità?"

Capisco pienamente che cosa intendi e sono d'accordo, ma la storia è complessa, la poltiglia è facile.

Io sono cresciuto leggendo Pavese e Fenoglio... ed ascoltando i racconti contadini delle gesta meno nobili dei Partigiani.

In Italia la sinistra ha rifiutato di vedere la lotta Partigiana come una guerra civile (in parte per non riconoscere la dignità di avversario ai fascisti), ma quello è stato.

Negarlo lascia spazio ai revisionisti di turno.

@Shamar Che PARTE della sx non abbia affrontato la complessità degli avvenimenti é vero ed é necessario osservare con criticità diversi di questi aspetti. Questo va fatto e va fatto con metodo serio: non mancano certo lavori critici in questo senso. Al contrario, metter sullo stesso piano, ad esempio, l’uccisione di una presunta spia fascista con uccisioni di massa fatte solo per terrorizzare la popolazione é evidentemente una stortura. @gabriele@social.lucci.xyz

@Shamar Il grosso di questo problema rientra nello scontro fra storia e memoria: la prima si ricostruisce con indagine e confronto di dati, ma la seconda vive spesso a prescindere da questi. Non é un caso, difatti, se la storiografia fascista é basata perlopiù su memorie prive di riscontri ed assenza di fonti documentabili. Basta osservare diverse storie riguardanti “stragi partigiane” per rendersi conto che sono basate soprattutto sull’assenza di prove @gabriele@social.lucci.xyz

@Ca_Gi

Più che fantomatiche stragi partigiane, dalle mie parti ci si ricorda _anche_ furti ed occasionali intimidazioni. A una persona che ricorda di aver temuto i Partigiani quasi quanto i tedeschi, non puoi raccontare che dei furti non ci sono prove materiali. I Partigiani le prove se le mangiavano! :-)

@gabriele

@Shamar Capiamo bene che a fronte a fucilazioni di massa, rastrellamenti squadristi, interrogatori tramite tortura, case bruciate, deportazioni in Germania, da parte di una forza dominante e sottomessa ai nazi, dall'altra si mettono sul piatto perlopiù furti ed intimidazioni dandogli lo stesso peso. (NB: spesso a guardare bene chi era a subire questi "furti" o chi erano questi "partigiani" saltano fuori realtà molto diverse, come notabili fascisti cui veniva prese scorte di cibo o > @gabriele@social.lucci.xyz

@Shamar > soldati sbandati che si spacciavano per partigiani solo per scaricar le loro colpe). Nel dopoguerra sono stati diversi gli elementi che hanno portato, a sx, a non offrire alcun appiglio alla dx perché potesse attaccare il movimento resistenziale (in primis la stagione dei processi antipartigiani partita già nel '48) e questa cosa s'é poi radicata a lungo, finendo in parte vittima di sé stessa. @gabriele@social.lucci.xyz

@Shamar Basta anche solo una breve carrellata cronologica: la stagione antipartigiana termina nella seconda metà degli anni '50. Una decina d'anni dopo siamo nel '68 a cui seguirà la strategia della tensione che termina all'inizio degli anni '80. Una decina d'anni dopo siamo già alla 2^Repubblica ed allo sdoganamento dei fascisti in parlamento ed é proprio in quegli anni che abbiamo il boom della pubblicistica sulle "stragi partigiane". @gabriele@social.lucci.xyz

@Ca_Gi

No.
Cioè sì.
Cioè...

Non sto mettendo sullo stesso piano fascisti e Partigiani. Sono certo che ci siano state... "ragioni" per cui una parte della nostra storia e stata rimossa dai libri di storia.

Ma ti faccio notare che l'Italia non ha vinto la guerra.

Quella storia non l'abbiamo scritta noi.
Era una narrazione funzionale alla nascita di uno stato democratico (e quasi non fu sufficiente).

Io do una lettura geopolitica diversa di questa cronologia.

@gabriele

1/

@Ca_Gi @gabriele

A metà degli anni 50 eravamo ormai saldamente legati agli Stati Uniti (grazie al Piano Marshall) e l'URSS che era stata una potenza alleata in guerra, era diventata il nemico.

La narrazione precedente che aveva identificato largamente (ed impropriamente) le forze antifasciste con la sinistra (o viceversa, poco cambia) andava sostituita.

Da qui i processi.

In sostanza ci siamo fatti manipolare come sciocchi attraverso la nostra rabbia.

2/

@Ca_Gi @gabriele

Ma il seme di quei processi ed il seme del revisionismo storico contemporaneo l'abbiamo impiantato noi stessi, negando il perdono agli italiani che avevano perso in modo più evidente (i fascisti).

Ma la verità scomoda è che tutti abbiamo perso la guerra e se avessimo trovato un modo di riconoscere e punire TUTTI i crimini, forse saremmo stati un popolo più libero e meno manipolabile.

3/

@Ca_Gi @gabriele

La P2, la strategia della tensione, persino l'ascesa di Berlusconi, può essere ricondotta a questo terribile errore politico e strategico.

È possibile uscirne?

Francamente non lo so.

Ma se vogliamo avere una speranza dobbiamo cambiare approccio affrontando a viso aperto le nostre dolorose contraddizioni.

Xi Jinping si può permettere di inventare una storia di Mao politicamente sostenibile perché non è interessato alla libertà di pensiero.

4/

@Ca_Gi @gabriele

Ma la via Cinese al "socialismo scientifico" non può essere anche la via Europea.

Noi abbiamo avuto Voltaire, la Rivoluzione Francese, il Nazismo... siamo stati e siamo ancora largamente una colonia statunitense.

Noi non possiamo sacrificare la libertà alla coesione sociale e dunque dobbiamo trovare una sintesi fra le due.

E questa sintesi non potrà che emergere dal dialogo con TUTTI e dalla ricerca della Verità.

@Ca_Gi @gabriele

NOTA: dialogo NON significa ricerca di un compromesso, ma di una sintesi (se possibile) o di una chiara e completa enunciazione dei punti inconciliabili di dissenso.

Se io dico "la distanza minima fra due punti giace su una retta" e tu mi rispondi "non è vero" dobbiamo continuare a discutere fin quando non emerge la differenza fra i postulati che stiamo usando.

@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz /LUNGO

L'Italia non ha vinto la guerra: dipende da cosa intendi per "Italia". Se ragioni in termini di organizzazione statale hai ragione, ma se intendi le persone che hanno poi dato vita alla repubblica la cosa ha una lettura molto diversa.

@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz
"Quella storia non l'abbiamo scritta noi": in quella fase ci fu un sacco di ambiguità. Nell'immediato dopoguerra, di colpo, nessun italiano era mai stato fascista. "ho dovuto far la tessera di partito perché sennò non lavoravo", "ero costretto ma in cuor mio non ci credevo...".

A veder le carte di tribunale di quegli anni, anche per casi molto banali, risulta evidente una forte volontà di dipingersi come amici dei partigiani, soprattutto da parte degli "ex" fascisti.

@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz

Gli "ex" fascisti dunque, al tempo stesso, pubblicamente si dipingevano come antifascisti ma al tempo stesso portavano avanti i processi contro i partigiani ricorrendo spesso forzatamente a narrazioni depoliticizzanti degli eventi

@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz

(non mi interessavo di politica ed un bel giorno, senza motivo, dei briganti partigiani mi son entrati in casa derubandomi di tutto - disse l'ex collaboratore e spia delle brigate nere cui i partigiani avevano portato via le armi e le scorte di cibo, avvertendolo che lo tenevano d'occhio).

(A questo proposito suggerisco l'ottimo lavoro di Davide Conti: "Gli uomini di Mussolini": einaudi.it/catalogo-libri/stor )

@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz

Sempre gli "ex" fascisti, riprendono subito i ruoli dirigenziali ed amministrativi del paese, passando con nonchalanche dall'antiamericanismo a fungere da rappresentanti dell'alleanza atlantica e portando avanti una feroce lotta anticomunista (Portella della Ginestra é del '47) che più avanti si tradurrà nella strategia della tensione.

@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz

E in tutto questo il PCI porta avanti una memoria della resistenza monolitica e mitizzata, senza lasciare margini di discussione sugli aspetti contraddittori e discutibili, perlopiù perché si riteneva, ingenuamente, che bastasse la memoria degli eventi passati a non far più riemergere il fascismo in Italia.

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@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz

Sempre nel dopoguerra, il ricordo degli eventi era ancora troppo fresco perché potesse esserci una equiparazione totale della resistenza con la sinistra; ciò é avvenuto con gli anni, vuoi per il naturale affievolimento della memoria storica e vuoi per l'impegno, a sinistra, nel portare avanti la propria memoria (chi parla mai dei partigiani monarchici?)

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@Shamar @gabriele@social.lucci.xyz

Dici che é stato negato "il perdono agli italiani che avevano perso in modo più evidente (i fascisti)". Più che perdono parlerei di -superamento-. In ogni caso é evidente che in Italia non si é mai portato avanti alcun processo critico e di analisi su cosa fu il fascismo e di conseguenza di cosa fu la resistenza, vuoi perché si é preferito affidarsi al suo solo mito.

Sulla definizione di dialogo ci capiamo perfettamente

/FINE

@Ca_Gi @gabriele

Concordiamo ampiamente.
😉

Per una volta (ed è una cosa rarissima) ci viene in aiuto non l'etimologia Italiana ma quella Inglese.

Gli Inglesi usano "Forgive" per "perdonare" e "Forget" per "dimenticare". Le etimologie e le parole stesse sono così simili che nei fatti spesso tendono a confondere i due concetti, pretendere che coincidano.

Se fossimo consapevoli della nostra storia e cultura invece che succubi dell'egemonia culturale USA, riconosceremmo la differenza.

1/

@Ca_Gi @gabriele

Ti faccio un esempio.

"Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra."

2/

@Ca_Gi @gabriele

"E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» [..] Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più»."

3/

@Ca_Gi @gabriele

La lettura comune di questa scena è estremamente superficiale (credo in parte a causa di un errore di traduzione, vedi oltre).

Gesù, infatti applica la Legge di Mosè alla lettera, condannando l'adultera alla lapidazione.

Tuttavia ordina, in quanto giudice nominato dai farisei per l'occasione, come la pena andrà eseguita: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»

Fede o no, siamo d'accordo che non era scemo?

🤣

Gesù perdona, ma non dimentica.
4/

@Ca_Gi @gabriele

Chi di noi è senza peccato?
Chi di noi può eseguire la condanna a morte?

Alla adultera che ha salvato però dice una cosa importante.

«Nessuno ti ha PUNITA?»
«Neanch'io ti PUNISCO; va' e d'ora in poi non peccare più»

Gesù rinuncia alla PENA, non alla CONDANNA.

E non lascia spazio all'ambiguità: costringe l'adultera a ricordare il proprio peccato che pur essendo perdonato DEVE continuare ad influenzare il suo comportamento, per evitare di sbagliare nuovamente strada.

5/

@Ca_Gi @gabriele

Il termine "peccatum" è stato usato per tradurre impropriamente in latino il greco "amartia" (sbagliare il bersaglio) e l'aramaico "khedìe" (trauma).

Ma se lo interpretiamo secondo il significato usato dalla Chiesa delle origini, l'importanza del perdono ed il suo fondamento nella memoria, nel pentimento, nel riconoscimento pubblico e nella assunzione della responsabilità del peccato risulta molto più chiaro.

6/

@Ca_Gi @gabriele

Non c'è stato perdono per i fascisti e per i Partigiani proprio perché non c'è stato pentimento pubblico da parte loro, non c'è stato un chiaro ed onesto riconoscimento degli errori ed un'assunzione di responsabilità.

L'Italia (a destra e a sinistra) ha fatto la SCELTA di DIMENTICARE la storia e diffondere "storie".

Un approccio diabolico ma buonista, facile nel breve periodo ma devastante nel lungo.

Davvero, ne paghiamo ancora le conseguenze politiche e sociali!

7/

@Ca_Gi @gabriele

Infatti i rapidi cambi di casacca che citi non sarebbero stati possibili a fronte di una serio ed onesto processo di riconciliazione nazionale (dovuto a valle di una GUERRA CIVILE) che non basato sulla retorica e sulla paura della punizione, ma sull'onestà intellettuale e sulla speranza nel perdono.

Il perdono però non avrebbe implicato cancellazione della memoria.

8/

@Ca_Gi @gabriele

"Egregio Signor Mussolini, siamo spiacenti ma i suoi trascorsi fascisti la rendono incompatibile con qualunque incarico pubblico a servizio della Repubblica. Il perdono che la Repubblica le ha concesso è completo e totale, ma la tutela della sicurezza del Paese ci impone questa cautela, nel interesse presente e futuro degli Italiani."

Non è andata così. 😞

Non perdonando i nostri errori (perché TUTTI eravamo italiani), abbiamo rinunciato alla Verità, avvitandoci su di essi.

@Shamar guarda: quella delle foibe a me sembra un'operazione istituzionale consapevole: si tratta di alimentare un certo nazionalismo e sublimare certe pulsioni mai sopite, che lo stato liberale ha sempre finto di voler contrastare, perché se ne nutre. uno strumento per far sentire i nostalgici rappresentati dallo stato, per lavorare su una certa pacificazione. e ha a che fare con la storia solo a latere, perché si appoggia ad un processo di totale rimozione del contesto @Ca_Gi

@looserblister @Ca_Gi

E' probabile tu abbia ragione.

Io stavo cercando di rispondere ad una domanda che hai quasi fatto:

> perché se ne nutre?

La menzogna non è un cibo, ma una droga. Abbiamo iniziato ad assumerla nel '48, insieme ai soldi del Piano Marshall.

E fra le vittime di questa dipendenza (oltre a Moro, Falcone, Borsellino, alle vittime delle stragi nere, all'Olivetti che poteva cambiare il mondo di oggi in meglio etc...) c'è la nostra Storia.

@Shamar se vuoi la mia i fascismi non sono altro rispetto allo stato liberale: ne rappresentano una degenerazione, ma si può anche dire che il fascismo è il modo in cui lo stato liberale reagisce alla sua crisi. in certe situazioni lo stato si nutre della frustrazione popolare, cerca di convogliarla, per evitare una disgregazione sociale e istituzionale pericolosa per sè. poi sulla storia alterata e nascosta, dal dopoguerra, sono d'accordo, ma qui non mi sembra il punto @Ca_Gi

@Shamar in questi anni si stanno riproducendo dinamiche molto simili: le istituzioni hanno poco credito e nessun margine economico, l'offerta politica liberale è in crisi e lascia il campo a forze anti-liberali e anti-democratiche, cercando di rappresentarne un possibile argine, per recuperare la fiducia popolare nella mediazione politica. per far questo, però, devono accontentare un po' tutti, pure i fasci @Ca_Gi

@looserblister

La nostra Costituzione non è più liberale di quanto non sia socialista/comunista. Rappresenta una sintesi inaudita (sia inconcepibile che inascoltata) fra le diverse tradizioni politiche della nostra storia.

La degenerazione della Democrazia in fascismo non è diversa dalla degenerazione del Comunismo in dittatura (Mao, Stalin etc) e non è affatto detto che sia migliore (in termni misurabili come il numero di vittime) del Capitalismo.

1/

@Ca_Gi

@looserblister @Ca_Gi

Dunque siamo semplicemente spacciati.

A meno di armarci di umiltà, onestà intellettuale, compassione, voglia di dialogo e tanta fantasia per comprendere e perdonare (e dunque NON dimenticare) gli errori del passato, i limiti dei modelli sperimentati fin ora ed ideare nuove soluzioni.

Qualcuno ci sta provando, con fatica e credo anche con qualche limite metodologico.

Ma la maggioranza delle minoranze si tiene stretta la sua fragile identità.

@Shamar per me quei paragoni sono OT, anche perché quei paesi uno stato liberale non l hanno visto mai, e nemmeno una rivoluzione industriale borghese. la nostra costituzione è la costituzione di uno stato moderno, liberale, borghese. contiene elementi ideologici misti, a volte contraddittori. ma è proprio quello che stavo dicendo: l hanno scritta i vincitori. queste operazioni di revisionismo storico servono a coinvolgere anche i vinti in un discorso nazionale/ista @Ca_Gi

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