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Seconda e ultima puntata del lavoro di ricerca di Nicoletta Bourbaki sui fantomatici "orrori della Colonia di Rovegno" in cui, oltre a mostrare che si tratta di una narrazione inventata di sana pianta, espone i meccanismi messi in atto per crearla: wumingfoundation.com/giap/2019

Non finirà mai di stupirmi il fatto che in tutte le narrazioni sui fantomatici "crimini dei partigiani" si riscontri sempre lo stesso schema:

Un nocciolo centrale completamente inventato, sorretto da brandelli d'informazioni (documenti, testimonianze) che possono esser anche veri, ma decontestualizzati, ritagliati e pasticciati in modo da dare la generica impressione che il nocciolo possa sembrar veritiero.

Il tutto, poi, condito da fantasie ricorrenti altrettanto fasulle e che rivelano moltissimo della psicologia dei narratori.

Per esempio, nelle narrazioni sui fantomatici "crimini dei partigiani" questi ultimi sono sempre descritti come un'orda bestiale di sadici che agiscono spinti da impulsiva bramosia di sangue fatta però scattare a comando. Questo ritratto (sotto certi aspetti anche un pò infantile e cartoonesco) é -sempre- presente in tali narrazioni indifferentemente dal fatto che non vi sia nulla a sorreggelo.

Ciò avviene per via di enormi semplificazioni e perdita della,memoria che permettono di imporre questi ritratti di fantasia su vicende abbastanza lontane da esser svuotate della loro complessità.

Nelle narrazioni fasciste quello che é stato un movimento popolare complesso fatto da persone di provenienza e di idee assai diverse e sorretto dalla maggioranza della popolazione viene sostituito da un ritratto bidimensionale e immaginario di 'orde barbariche' che, a leggersi, sembrano uscite da un film di Mad Max.

L'aspetto tragico é che molti dei sostenitori di questi racconti, ci credono veramente.

Quando ci si trova dinnanzi al racconto di un episodio di guerra in cui il ritratto del movimento é questo, il fuffa-radar schizza già alle stelle.

@Ca_Gi perché i leghisti sono guidati da Lord Humungus

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