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| Oggi il ha “salvato” la città e ne siamo ovviamente tutti molto felici. Ma siamo sicuri che il problema sia risolto per sempre?

In questo le parole di Marta Canino, abitante della città e compagna sui motivi per cui non c’è da stare troppo allegri.

«A leggere i vari post oggi sembra ci sia indubbiamente già moltissima consapevolezza di alcuni limiti oggettivi, non aggiungo a quanto già detto.
La criticità insanabile nel sta nella scelta politica fatta a monte, cioè nel fatto che negli anni 80 si è deciso di progettare un'opera per non porsi il tema del cambiamento climatico. Sfornato il contenitore per mettere in piedi attorno al dato ingegneristico (non certo privo di enormi scandali sulla scelta di materiali e cerniere) una nuova mangiatoia dopo Tangentopoli (ricorderete gli stessi attori)

business as usual fino al 2019 e da allora ripresa dei fondi, polemiche ecc.. Oggi il MoSE HA FUNZIONATO. E guai se così non fosse stato, c'erano 2 metri d'acqua a spingere dal mare, le coste riportano gravi danni... MA IL PUNTO è che è successo nuovamente, 3 anni dopo il 12 novembre 2019 e nuovamente 160cm di previsione per giorni e giorni non sono che episodi che sempre più spesso si ripresenteranno. Sta un po' qui l'angolo da cui non si esce, pur credendo a chi più di me di ingegneria capisce: 30 anni fa 8 mld investiti diversamente potevano dare risultati diversi oggi? Perché sto bestione di ingegneria ora che è stato saldamente piantato sul fondo del mare, non crescerà assieme all'innalzamento del livello dei mari e intensità dei fenomeni. Non è risolutivo per le sorti di Venezia, checché se ne dirà domani. Oggi ben così».

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