Fare il passaporto. Storia breve
Vorrei viaggiare all'estero con la mia compagna questo agosto, troviamo un volo per Lima e lo compriamo. Sono un po' preoccupato: il mio passaporto è scadudo e credo che stia a casa di mia nonna in non so bene quale cassetto. La mia compagna mi rassicura: "se tardan 20 minutos y costa unos 30 pavos". In Spagna, ma in Italia?
Prenoto un appuntamento in questura, il primo libero, 2 settimane in avanti. Inizio a collezionare i documenti necessari:
- Un bollettino postale di 42.5 (+1.5 di commissioni, mannaggia a loro..) la cui intestazione è così lunga che non entra nel campo dell'app delle poste, percui mi faccio un giro alle poste
...
La mattina dopo riprovo alla sezione denunce della polizia, in fila una sola persona davanti a me. Aspetto 50 minuti in strada, al sole perché nella parte ombreggiata non posso stare, devono passare le volanti. Anche l'agente all'ingresso è poco convinto che sia necessaria la denuncia di un passaporto scaduto, ma questo è quello che mi dicono all'ufficio passaporti alla porta affianco. Finalmente arriva una volante, si parcheggia in mezzo alla strada, alla faccia del passaggio del sole dell'ombra e di tutti i poveri cristi in fila. ne escono due agenti uno entra, l'altro fa di nuovo il censimento della fila e commenta "tutti smarrimenti". è il mio turno, in 10 minuti compila un foglio che non ha alcun riferimento al numero del mio vecchio passaporto..
Mi rimanda a fare un'altra foto e finalmente mi dice che tra 3 settimane posso passare a ritirarlo. È troppo, a me serve prima! Cerco di spiegarglielo, ma niente lui vuole i fogli stampati del volo. Così torno a casa, li stampo e vado di nuovo all'ufficio. È vuoto, le uniche persone sono i funzionari, così come nella piazza che pullula di capannelli di carabinieri e polizia.
Il funzionario fa finta di non ricordarsi che sono stato lì 2 ore prima, cerco di spiegargli che ho due biglietti: il primo per la Spagna e il secondo la settimana dopo per il Perú, ma il fatto che la mia affermazione non entri nello spazio di memoria che il funzionario aveva incoscientemente predisposto nella sua mente lo fa arrabbiare. Si sfoga facendomi selezionare le poche pagine dove si può leggere la data del volo dalla dozzina di fogli che tengo in mano e, senza neanche dargli un occhiata, le pinza insieme al mio fascicolo. Torna a chiedermi altre due volte che giorno parto e alla fine mi dice "torna tra l'1 e il 2 di agosto". Gli domando: "1 o 2 di agosto?"
"Gli orari sono appesi fuori"
Ho tutto, vado all'ufficio passaporti. Continua la sensazione provata dai carabinieri e poi dalla polizia. Quella di essere trattato come pezza da piedi. L'arroganza dell'impiegato è tale da farmi domande e, senza nemmeno attendere la risposta, passare al successivo per poi applicare la stessa attenzione con questo tornando ad interrogarmi. La cosa continua dopo, quando prende i moduli della mia domanda e nel frattempo commenta con i colleghi il triste dramma che li attende (la signora dopo di me è venuta con i figli e sono altri 4 passaporti.. )