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un bellissimo articolo che va oltre il dibattito riguardo alla "cancel culture" e tenta di allargare l'inquadratura.

A proposito di "cancel culture" e lettera apparsa su Harper's magazine invece:
- valigiablu.it/lettera-150-inte
- breve ma ben fatto articolo sull'ultimo Internazionale cartaceo

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"A Margaret Atwood non si chiede una coerenza implacabile. Forse le si chiede una diversa capacità di ascoltare. Il decentramento di sé – quella pratica per cui invece di fare sempre mea culpa del proprio privilegio si sta in silenzio e a osservare, lasciando che a condurre la conversazione siano gli altri – viene ancora percepito come una sconfitta, come una perdita e una rinuncia, un darla vinta ai censori"

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"Nelle discussioni emerse intorno alla lettera su Harper’s, sarebbe stato apprezzabile dare maggiore risalto al concetto del permesso, e della fragilità. Una parola o due sulla transitorietà della propria presenza, sul declino della propria popolarità. Più che del diritto di non sparire, sarebbe stato bello parlare del disorientamento che deriva dal non sapere se si è ancora benvenuti a restare. Ma non essere invitati alla festa non è la stessa cosa dei rastrellamenti degli squadristi o delle porte sfondate nel cuore della notte"

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"La festa è piena di nuovi invitati. Le sedie iniziano a scarseggiare, qualcuno è costretto a restare in piedi, e se i nuovi arrivati sono più divertenti, entusiasti e destinati ad attirare l’attenzione, forse più che di censura si deve parlare di questo: dell’aggressività gioiosa del nuovo arrivato rispetto all’imbarazzo di chi a quella festa c’è sempre andato. Temere le tendenze radicali ed estremiste di un fenomeno come la cancel culture significa non prenderla sul serio, alterandone continuamente le proporzioni"

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"..È stato uno dei punti controversi del e di qualsiasi protesta partita dal 2008, quando Facebook è diventato davvero pervasivo: i social network garantiscono l’infrastruttura ideale per coalizzarsi, ma fino a che punto ha senso condurre le proprie battaglie in un luogo che strumentalizza e inacidisce il conflitto, e non dà mai la piena soddisfazione di essere rovesciato a proprio favore?"

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Passare il microfono agli altri - Claudia Durastanti

"..La difesa della democrazia e la difesa del potere acquisito vanno di pari passo, in questa storia, e chi si immola sull’altare della prima senza riconoscere quanto peso abbia la seconda, pecca non tanto di malafede quanto di ignoranza. Non esiste la libertà di espressione pura, libera dal condizionamento e dalle strutture in cui opera: condizioni storiche, simboliche ma anche tecniche"

internazionale.it/opinione/cla

L’attuale rinascita di questa idea suprematista in occidente e la stigmatizzazione di intere popolazioni presentate come fondamentalmente violente, biologicamente inferiori o culturalmente incompatibili con i popoli bianchi occidentali, indicano che la prima guerra mondiale non segnò una profonda rottura storica. Fu invece, come aveva già capito nel 1918 il più importante intellettuale cinese moderno, Liang Qichao, “un passaggio intermediario che collega passato e futuro”.

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Decolonizzare la Prima guerra mondiale:
internazionale.it/notizie/pank

"Per far fronte alla carenza di uomini, gli imperialisti britannici avevano reclutato 1,4 milioni di indiani. La Francia arruolò quasi 500mila soldati nelle sue colonie in Africa e in Indocina, mentre gli afroamericani chiamati alle armi negli Stati Uniti furono quasi 400mila. I veri militi ignoti della prima guerra mondiale sono questi combattenti non bianchi".

Si legge nei giornali che è una giornata storica per i rapporti Italia Slovenia.
Nel giorno del centenario dell'attentato fascista al Narodni dom, le prime pagine online dei giornali italiani si concentrano sulla stretta di mano alla foiba di Basovizza (la prima notizia invece in basso in piccolo).
Per i media e la politica italiana sembra che il motivo della giornata (restituzione Narodni dom) sia un fastidioso intoppo all'interno di una giornata importante per altri motivi (legittimazione della foiba di Basovizza e revisionismo storico)

Articolo del messaggero riguardo all'incontro di domani tra Pahor e Mattarella a Trieste per il centenario dell'incendio fascista del Narodni dom.
Non si capisce perché si incontrano dato che l'autore non cita la restituzione del palazzo alla comunità slovena.
Ma al centro dell'articolo una foto con la descrizione "La foiba di Basovizza sarà il punto centrale della visita" quando tre quarti dell'articolo racconta dell'attacco squadrista del 13 luglio 1920.
Poi davvero ci vanno a Basovizza ahinoi perché non si può parlare di razzismo antislavo italiano senza citare anche i cattivi titini infoibatori

"Today in Britain, Black communities face institutional racism, police brutality and chronic community underfunding. 50 years ago, Black Britons were fighting these same evils. Indeed, it was in this same context that Black radicalism found ground in the 1970s.

Taking inspiration from their American counterparts, young British radicals formed collectives and organisations in defence of their community. In 1968, Eddie Lecointe, Peter Martin and Nigerian playwright Obi Egbuna founded the British Black Panther movement. Egbuna went on to write Destroy This Temple, which served as his Black Power manifesto".

novaramedia.com/2020/06/18/tod

"Al cabo de una semana recibì la visita de Bibiano O'Ryan. Tenìa, dijo cuando nos quedamos solos en mi cuarto, dos noticias, una buena y otra mala. La buena era que nos habìan expulsado de la universidad. La mala era que habìan desaparecido casì todos nuestros amigos"

- Estrella distante, Roberto Bolaño

Ora riesco meglio a spiegare il fenomeno degli animalisti più dispiaciuti per la morte di un gatto che per la morte di una persona (non bianca ovviamente). Mi pare rappresenti un coerente ritorno alle origini del pensiero animalista e ambientalista.

"This might have been incisive irony, but in the same paragraph Muir was more concerned with human perfidy toward bears (“Poor fellows, they have been poisoned, trapped, and shot at until they have lost confidence in brother man”) than with how Native Americans had been killed and driven from their homes".

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La storia dell'ambientalismo, essendosi sviluppata a partire dalla fine ottocento/inizio novecento, non può essere separata dal contemporaneo pensiero razzista. Gli stessi politici e membri dell'elite che negli Stati Uniti si impegnarono per la conservazione delle foreste e per la costituzione dei parchi nazionali partecipavano ai congressi di eugenetica e dibattevano riguardo alla supremazia della razza bianca.
Uno di loro, Madison Grant, più che per l'impegno ambientalista, infatti, è ricordato per il suo libello razzista “The Passing of the Great Race, or The Racial Basis of European History”. Hitler lo definì la sua bibbia e Breivik lo ha recentemente utilizzato come ispirazione per il suo manifesto.

newyorker.com/news/news-desk/e

--> it is learning how to use it. An invented past can never be used; it cracks and crumbles under the pressuser of life like clay in a season of drought. How can the American Negro's past be used? The unprecedentd price demanded - and at this embattled hour of the world's history - is the transcendence of the realities of color, of nations, and of altars". (47-48)

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"Yet I could have hoped that the Muslim movement had been able to inculcate in the demoralized Negro population a truer and more individual sense of its own worth, so that Negroes in the Northern ghettos could begin, in concrete terms, and at whatever price, to change their situation. But in order to change a situation one has first to see it for what it is: in the present case, to accept the fact, whatever one does with it thereafter, that the Negro has been formed by this nation, for better or for worse, and does not belong to any other not to Africa, and certainly not to Islam. The paradox - and a feraful pradox it is - is that American Negro can have no future anywhere, on any continent, as long as he is unwilling to accept his past. To accept one's past - one's history - is not the same thing as drowning in it; -->

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"From my own point of view, the fact that the Third Reich alone makes obsolete forever any question of Christian superiority, except in technological terms. White people were, and are, astounded by the holocaust in Germany. They did not know that they could actthat way. But I very much doubt whether black people were astounded - at least, in the same way".

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Leggendo "The fire next time" di James Baldwin pubblicato nel 1963:

"But in order to deal with the untapped and dormant force of the previously subjugated, in order to survive as human, moving, moral weight in the world, America and allthe Western nations will be forced to reëxamine themselves and release themselves from many thing that are now taken to be sacred, and to discard nearly all the assumptions that have been used to justify their lives and theie anguish and their crimes so long".

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