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San Berillo: il turismo, la civiltà del manganello e la puttanofobia applicata. - 6 Parte

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L’incapacità di interazione di questi gruppi “politici radicali” con i/le sex workers è strettamente collegato nell’appoggio dato a quelle strutture associative che vedono il quartiere come un futuro investimento o business per il mercato turistico.
Se si è arrivati a stringere i rapporti con Trame di Quartiere, non è stato solo per le istanze di rigenerazione urbana che tale associazione porta avanti da anni ma per avere un punto fisso all’interno del quartiere.

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La natura opportunistica politica di questa mossa ha fatto sì che alcune delle persone residenti (in primis i/le sex workers) cominciassero a vedere in modo negativo tutto l’andazzo in corso: i tour organizzati e guidati all’interno del quartiere come se questo fosse un zoo umano dei bei tempi andati, l’aiuto “cattolico” verso i gambiani, l’aumento esponenziale della polizia all’interno del quartiere e gli interessi immobiliari nell’acquistare le case abbandonate o da ristrutturare per trasformarli in futuri bnb o Airbnb.
Lo stravolgimento di questo micro-mondo in tal senso determinerà la distruzione di tutta una serie di esperienze, di socialità e convivialità nate nelle mura di quelle case affittate o di proprietà dei/delle sex workers.

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Chi di questi/e non avrà una sorta di stabilità come i soldi accumulati durante il lavoro e un tetto sopra la testa, dovrà per forza di cose andarsene in altri luoghi e sottostare ad alleanze e accordi ben peggiori di quelli che vi sono all’interno del quartiere stesso.
La cecità e l’idiozia di questi gruppi è stata funzionale per una visibilità all’interno dello spettacolo della militanza politica fintamente rivoluzionaria o radicale.
Ma cosa assai importante è stata utile per associazioni come Trame di Quartiere nel poter avere un riconoscimento politico “di sinistra”.

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E a queste strutture associative sono stati riconosciuti i meriti di aver narrato romanticamente il povero, il migrante e la prostituta ovvero soggettività che, come scrive Raw Kindness (pseudonimo di Francesco M.) in “Con l’acqua alla gola. Appunti per uno studio sulla ristrutturazione borghese in Sicilia” (2018), sono utili per “riempirsi la bocca ma con cui è meglio non farsi vedere per strada per evitare di rovinarsi la reputazione. Sia mai si scopra che non sono semplici fantasie nelle teste dei borghesi, ma persone in carne ed ossa, con una loro sensibilità, i loro problemi a cui rispondere e i loro bisogni da soddisfare.”

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In mezzo a questa coltre di fumo retorico pro e contro i migranti e i/le sex workers, si celano gli obiettivi della borghesia locale, dei clan mafiosi e delle istituzioni pronti a completare l’opera di turistificazione avviata nel centro storico di Catania decenni prima.
San Berillo sarebbe una sorta di ponte tra Piazza Teatro e Piazza Carlo Alberto (zona della fiera giornaliera e futura zona a rischio gentrificazione). Benchè siamo in una situazione pandemica, vi è stata una conferenza il 23 Settembre 2020 dal titolo altisonante “Riqualificazione e recupero Rione S. Berillo” e ha visto la partecipazione di personaggi istituzionali, sigle, ordini professionali, aziende ed associazioni.

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