Follow

San Berillo: il turismo, la civiltà del manganello e la puttanofobia applicata. - 8 Parte

1/8
La Conferenza tenutasi a Settembre e le novità e la proroga della Legge di Bilancio 2021 in merito al superbonus 110% sono stati dei passaggi importanti per l’ANCE catanese.
Come espresso dal presidente della suddetta associazione locale, Rosario Fresta, l’edilizia rappresenta “un elemento trainante nel rilancio dell’economia” e “con la nuova Legge di Bilancio e con il Superbonus abbiamo un’ulteriore opportunità da sfruttare appieno, ma è necessario agire in termini di semplificazione, allungando la durata di efficacia delle disposizioni e stabilizzando la norma. I cantieri, oggi più che mai, significano opportunità di lavoro e “investimenti”per tutta la filiera edile.”

· · Web · 1 · 1 · 0

2/8
L’aver stretto i rapporti (sotto forma di convenzione) con le banche quali Unicredit, Monte dei Paschi, Banca Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole e Banco BPM, permette all’ANCE di poter ricevere tutta una serie di forme di credito. Allo stesso, l’associazione potrà intavolerà discussioni con i proprietari delle case fatiscenti (o giù di lì) del quartiere, spingendoli a ristrutturare con lo sgravo fiscale del Superbonus 110%.
Per i proprietari sarebbe una cosa positiva in quanto si aumenterebbe il possibile valore di vendita degli immobili. Come riportato da immobiliare.it, il valore degli immobili nel centro storico di Catania (in cui ci ricade San Berillo) del Febbraio 2021 è di 1206 euro al metro quadro “con una diminuzione del 5,19% rispetto a Marzo 2020 (1272 €/m²)”

3/8
Al di là degli interessi dei singoli privati, per l’ANCE un’occasione del genere significa accaparrarsi i lavori di ristrutturazione con il supporto della sua associata ISTICA (che, oltre ad essere impegnata nei progetti di costruzione in Corso dei Martiri, è di proprietà di Unicredit)
La Cogip Holding srl, a differenza dell’ANCE, gestisce una serie di partecipazioni immobiliari e finanziarie. Fondata insieme a Tecnis SpA da Domenico Costanzo e Concetto Bosco alla fine degli anni 90, queste aziende nel corso di un decennio hanno ottenuto tutta una serie di successi grazie ai lavori infrastrutturali viari ed edilizi sul territorio nazionale ed estero (in particolare in Nord-Africa).

4/8
In collaborazione con altri imprenditori come Antonello Montante e Vincenzo Conticello, il duo Bosco-Costanzo votano una sorta di codice etico anti-mafioso.
Questo aspetto pubblicitario non è da sottovalutare.
La borghesia catanese prospera economicamente grazie alle condizioni geografiche (la Piana di Catania, il mare e l’Etna) e infrastrutturali (porto, autostrade, ferrovia e aeroporto).
In un simile contesto i clan mafiosi locali, al di là della costruzione antimafiosa fallace sulla violenza o mero braccio armato, hanno instaurato collaborazioni proficue.

5/8
A partire dagli anni ‘60, i clan mafiosi e la borghesia hanno avuto un peso sostanzioso nello stravolgimento urbanistico della città: sventramento di San Berillo, costruzione dei condomini nelle zone di Ognina, nascite dei quartieri di Monte Po e Librino, costruzione della tangenziale, ammodernamento dell’aeroporto e del porto e costruzione di nuove arterie viarie (come la circonvallazione a nord della città).
Ovviamente tali cambiamenti sono stati possibili grazie ai fondi pubblici e, quindi, alla compiacenza politica della Democrazia Cristiana. Molte aziende cominciarono ad espandere i propri profitti e solo alcune ebbero il “privilegio” di uscire sia dai confini cittadini che da quelli regionali e nazionali.

6/8
Quando una parte di questi “privilegiati” vennero pubblicamente tacciati di essere mafiosi da Pippo Fava nell’articolo “I quattro cavalieri dell’apocalisse”, il mondo politico e massmediatico (tipo il giornale “La Sicilia”) difesero a spada tratta le aziende presenti in quanto fonte di ricchezza del territorio.
Con l’arrivo dei primi maxi-processi a Palermo e la lenta ed inesorabile demolizione giudiziaria della cosiddetta Cupola dei corleonesi (a cui si erano associati i Santapaola di Catania), la borghesia catanese cominciò a perdere terreno a livello economico (specie quella impegnata negli investimenti infrastrutturali pubblici) e politico.
Le indagini giudiziarie furono un grosso colpo a livello mediatico e pubblicitario per tutti loro.

7/8
Se a questo sommiamo che eravamo anche nello stesso periodo in cui i principali partiti della cosiddetta Prima Repubblica vennero spazzati via, lo sgretolamento delle alleanze politiche ed economiche divenne sempre più palese e pericoloso.
L’entrata in scena dei politici antimafiosi è stata un ancora di salvezza per il tessuto economico locale.
Sciascia definiva costoro, in una parte dell’articolo “I professionisti dell’Antimafia” (1987), come calcolatori politici ed esibizionisti dell’antimafia, incapaci di occuparsi dei problemi dei paesi e delle città. E qualora arrivava una critica, scriveva Sciascia, questi professionisti politici erano in una botte di ferro perché bollavano i loro detrattori come mafiosi.

8/8

Questa visione di Sciascia, pur dipingendo l’andazzo in cui andava il movimento antimafia dell’epoca, sottovalutava l’anima trasformista o gattopardesca della borghesia siciliana.
Desiderosi di togliersi pubblicamente la nomea di mafiosi o amici di questi, l’imprenditoria locale cominciava a sostenere i nuovi protagonisti politici.
L’entrata nella giunta Bianco come assessore comunale al bilancio dell’allora presidente dei Giovani Industriali di Confindustria Catania Domenico Costanzo, segnava questo cambio di passo.

Continua...

Sign in to participate in the conversation
Mastodon Bida.im

Un'istanza mastodon antifascista prevalentemente italofona con base a Bologna - Manifesto - Cosa non si può fare qui

An antifa mostly-italian speaking mastodon istance based in Bologna - About us - What you can't do here

Tech stuff provided by Collettivo Bida