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Nel cinema italiano degli anni sessanta, a parte tutte le pippe che magari vi ha raccontato già qualche prof all'università, il cambiamento estetico passa per la politica degli sguardi. Nei film, lo sguardo è potere, chi guarda chi, chi viene solo guardato e perché. In particolare è interessante lo sguardo femminile, soprattutto quando si libera e guarda, agisce, invece di essere mero oggetto di desiderio.
film di oggi: La vita agra, C. Lizzani 1966 lo sguardo in macchina narrante

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@Ofelia c'entra ma non c'entra: il monologo di Volonté in tribunale in Sacco e Vanzetti, le due guardie dietro di lui, che lo guardano.

(Montaldo raccontóche una delle due comparse scoppiò a piangere durante un ciak. Nella versione definitiva quella alla sinistra di V. ha gli occhi un po' lucidi, se ci fai caso)

@Signo_Richmond c'entra eccome! non conoscevo l'aneddoto, grazie.
moltissimo passa per gli sguardi nel film, sguardi di ogni genere: di desiderio, di controllo, di giudizio. A volte uno sguardo NEL film ha la funzione di commento AL film, messo apposta per lo spettatore.

@Ofelia sempre di Volonté, lo sguardo disperato del Chuncho in Quien Sabe? quando scopre di essere stato ingannato dal "gringo".
I n c r e d i b i le

@Signo_Richmond poi Volontè meriterebbe tutto un saggio a parte, per me uno dei più grandi attori italiani di sempre

@Ofelia
ah non avevo capito che c'è da imparare... aspetta che mi prendo da bere, mi metto comodo.... vai pure, ti ascolto

@periplo ma va', niente di così serio, al massimo qualche sfogo da parte di una secchiona che si prepara le lezioni ;)

@Ofelia
onestamente, mi sono letto i toot di oggi: interessantissimo. grazie 🤗

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