È morto , uno dei più noti e spudorati spacciatori di menzogne sulla Resistenza. Uno che dagli anni duemila ha diffuso a livello mainstream roba uscita direttamente dalla propaganda delle SS, fantasie pornografiche antipartigiane prive di riscontri e narrazioni giustificazioniste naziste basate sui semplici ''m'ha detto'' di vecchi repubblichini o fantasie ingigantite col tempo.
Uno che ha spacciato per ''storia'' qualsiasi racconto buono a confermare la sua posizione antiresistenziale senza badare al fatto che si trattava di racconti incoerenti, senza prove, senza testimonianze attendibili e che contraddicevano la storia accertata e documentata.
Uno che s'è speso nell'usare diversi trucchi giornalistici per ''confezionare'' in forma da salottino questa robaccia.
medium.com/@nicolettabourbaki/

Il metodo con cui confezionava i suoi libri pseudostorici è rimasto più o meno sempre lo stesso. Innanzitutto raccoglieva libri e riviste pubblicati negli anni '80 e '90 da e per neofascisti in cui qualcuno s'era preso la briga di metter per iscritto quelle storie che prima eran rimaste confinate alle chiacchere dei circoli repubblichini e che spesso non erano altro che la versione dei fatti diffusa dalla propaganda nazista dell'epoca con l'aggiunta di dettagli porno-horror.
Pansa prendeva queste storie e rimuoveva la maggior parte dei nomi e dettagli sensibili in modo da non accusare nessuno direttamente ed evitare di dover esser chiamato a giustificare le proprie accuse (lanciava il sasso e nascondeva la mano, insomma...).
I dettagli porno-horror però no: quelli li lasciava. >

> Quindi realizzava una generica cornice letteraria artificiosa, tipo il racconto di una ricercatrice che presentava le proprie ricerche sulla resistenza, in cui inseriva i propri riassunti delle vicende, edulcorati come già detto. Grazie a tale cornice il testo rientrava nel romanzo e così facendo si smarcava ulteriormente dal dover rispondere della correttezza di ciò che affermava.
Essendo i suoi dei romanzi e non delle inchieste, di nessuno dei dati che riportava vi eran le note, rendendo difficile andare a ricostruire le sue fonti e verificarne la correttezza.
Insomma: filtri, su filtri, su filtri per lanciare accuse ma senza dover render conto della veridicità delle proprie affermazioni. >

> Nonostante tutti questi filtri, Pansa non agiva e non era trattato dai media compiacenti come un romanziere ma come un ricercatore!

La fama letteraria degli anni duemila di deriva dall'assemblaggio paraculo di materiali negazionisti in una forma adatta per esser venduta sui banchi dell'Autogrill e finire nelle librerie dei salotti; non certo dalla correttezza di metodo e precisione della ricerca.

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@Ca_Gi Scusate eh ma com'è possibile che l'abbiamo lasciato morire di morte naturale? Perché non ci siamo organizzati per spaccargli in due la testa con una mazza chiodata?

Perché lasciamo che inquinino questa terra, quando potrebbero renderla feconda?

@Passiflora_Caerulea Il fatto è che morto Pansa non muore il pansismo. Quel modo di fare furbesco e impreciso, l'uso spudorato di memorie non verificabili e fonti non attendibili resta cosa diffusa. Quanti presentatori TV fanno altrettanto!!

@Ca_Gi A molti passerebbe la voglia se capissero che è un gioco pericoloso, però hai anche ragione a dire che l'ideologia non morirebbe con loro

@Passiflora_Caerulea Prima ancora che all'aspetto ideologico punterei il dito sul metodo. O meglio, sull'assenza di metodo di autori come Pansa che:
1- non presentano note,
2- mettono sullo stesso piano storia e memoria (fatti documentati e ricordi/opinioni/fantasie del nonno).
3- non si preoccupano delle incoerenze logiche nè di contraddire fatti ben documentati.
4- antepongono l'emozionalità al rigore.
5- procedono per accostamenti personali e ispirazioni anziché con ordine e criterio.
6- agiscono in modo ambiguo per non affrontare verifiche serie.
7- Ripropongono storie basate sempre sugli stessi topos psicologici ricorrenti.

Ecco, questi son tutti campanelli d'allarme immediati che può verificare anche chi pensa che l'autore in questione sia in buona fede.

@Ca_Gi D'accordo, però il metodo è manifestazione delle sue convinzioni.
L'articolo dice che il suo metodo è sovente stato criticato, e da più parti, quindi è evidente che Pansa sapeva benissimo quello che faceva e il suo non era solo un benigno 'vizio di forma'

@Passiflora_Caerulea Pansa sicuramente era ben conscio dell'inaffidabilità delle putride fonti che usava! Quel che dico è che secondo me è più semplice ed effettivo rendere evidente che un autore riporta affermazioni senza alcuna serietà di metodo che porre l'accento solo sulle sue motivazioni ideologiche: se Tizio riporta affermazioni scopiazzate da testi di gente che non può dimostrare nulla di quel che dice è in errore, punto.

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