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potrebbe diventare (e in parte lo è già) un grosso problema politico , tanto che la politica militare in questo momento è focalizzata sui turbolenti e potenzialmente rivoluzionari movimenti urbani."

militantduquotidien.blog/2017/

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Alla fine dei conti, l'urbanistica ai tempi della città neoliberista è uguale dappertutto e la foga "rigeneratrice" che ha colpito e abbattuto il vecchio Teatro Nazionale di Tirana è la stessa che a intende, ad esempio, ristrutturare l'area dell'ex Amcm col Teatro delle Passioni che verrà "riqualificato" in un pacchetto che prevede anche nuove palazzine e un centro commerciale. Si demoliscono pezzi di città cancellando anche parte della sua memoria (si pensi a Milano con San Siro ma gli esempi potrebbero essere tantissimi).
Torna centrale una riflessione di David Harvey: "Il come affrontare la questione dei lavoratori impoveriti, precari ed emarginati, che ora costituiscono il blocco maggioritario e probabilmente più rappresentativo della forza lavoro in molte città capitaliste, potrebbe diventare ...

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Il 17 maggio, approfittando dell'emergenza coronavirus, il Teatro Nazionale di è stato abattuto fra le proteste dei cittadini.

"...il progetto del nuovo complesso edilizio che prenderà il posto del vecchio Teatro, destinando solo un’esigua parte della volumetria complessiva a un nuovo teatro, mentre il resto sarà dedicato ad un grande centro commerciale e a residenze di lusso."

dinamopress.it/news/fascino-ef

"Mi pare dunque che la “libertà”, in questo periodo, sia stata proprio quella di starsene a casa. Più che una libertà, è stato un privilegio, pagato da chi non ha mai smesso di lavorare.

centroriformastato.it/la-liber

Petar boosted
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Sessantamila volontari con la pettorina rigorosamente non retribuiti.
Il "modello Expo" in chiave securitaria.
Cosa mai potrebbe andare storto?
Si vede che "testare, tracciare e trattare" cosatava troppo così come assumere ispettori del lavoro, insegnanti, educatori, infermieri ecc. ecc. meglio dunque altre 60.000 guardie aggratis!

Andrà tutto bene! cit.

Petar boosted

Dopoguerra e dopoquarantena. Torna in libreria «La luna e i falò», un classico per la fase che stiamo vivendo

wumingfoundation.com/giap/2020

Petar boosted

In pratica esattamente il contrario, per mancanza di immagini, di quanto affermato in precenza dal procuratore aggiunto.
Insomma, comunque la si guardi, questa storia e come è stata raccontata continua a far acqua da tutte le parti nonostante le riconosciute qualità da azzaccagarbugli dei pennivendoli modenesi.

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Dunque delle ore in cui i cinque muoino non ci sono immagini. Immagini che serviranno invece "a dare la traccia alla ricostruzione, affidata in questo caso alla Squadra Mobile della Questura (la stessa dell'affaire Aldo Milani) e sempre alla Penitenziaria, dei gruppi di rivoltosi per identificarli e inchiodarli alle loro responsabilità nella distruzione e nell'incendio del carcere."

militantduquotidien.blog/2017/

militantduquotidien.blog/2018/

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Qualche mese fa inoltre, quando uscirono i primi articoli sull'inchiesta della Procura, il procuratore aggiunto Giuseppe Di Giorgio aveva dichiarato che: "l'intenzione della Procura era qualla di fare immediatamente luce sui decessi e solo successivamente si sarebbe indagato sulla rivolta." Oggi scopriamo invece che "la Procura è riuscita ad ottenere dalle autorità penitenziarie quattro ore di filmati delle telecamere interne al carcere che, dalle loro angolazioni, raccontano l'accaduto delle prime ore della rivolta, della quale ancora adesso, dopo due mesi, non si sa quasi nulla. Alla quarta ora l'assenza di corrente elettrica ha interrotto le immagini."

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Dopo più di due mesi da quel terribile 8 marzo, nel quale morirono nel silezio e nell'indifferenza più totale 9 detenuti, si torna ad avere qualche informazione sulla strage del carcere di Sant'Anna.
Un detenuto che ha scontato la sua pena prende e va in procura a Bologna a denunciare ciò che ha visto durante la rivolta: pestaggi, detenuti fatti spogliare e pestati. Un altro ancora in carcere racconta invece racconta di essere stato bastonato a rivolta finita pur essendo estraneao ai rivoltosi. In pratica queste due persone, ai margini della società, hanno trovato il coraggio di fare ciò che tutte le istituzioni di questa moderna "democrazia" chiamata Repubblica italiana non hanno avuto il coraggio di fare: denunciare ciò che tutti si immaginano ma che nessuno osa dire.

Non si tratta di una tragedia.
Quando progetti un cassonetto pensando più al "decoro urbano" piuttosto che alla sua funzione - la raccolta di abiti usati destinati a chi ne ha bisogno - incidenti come questo possono succedere perché la priorità è quella di impedire alle persone a cui servono di prendere direttamente gli abiti.

"Non si tratta purtroppo del primo incidente di questo tipo: anche a Milano episodi simili sono avvenuti più volte. Il meccanismo, infatti, permette di inserire i vestiti ma non di estrarli: c'è una specie di cestello rotante."

Quelli, infatti, non sono afffatto semplici cassonetti ma sono tipici esemplari di quell' "architettura ostile" che si è diffusa nelle nostre città parallelamente ai sacerdoti del "decoro".

milanotoday.it/cronaca/muore-b

"..un avvertimento minaccioso: ognuno di voi, tanto più se collettivamente organizzato, è pericoloso, perché un paese ridotto in miseria è una gigantesca polveriera e la finzione dello ‘Stato di diritto’ finisce qui."

zic.it/se-la-procura-inventa-i

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Una iniziativa che serve a dimostrare che è possibile tirare i fili della memoria per ricominciare a riprenderci la strade, le piazze, i corpi.
anticapitalista.org/2020/05/13

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Multata perché chiedeva l’elemosina, Ya Basta: “Si ponga un freno a questi abusi”

Attiviste e attivisti: "Questa mattina un volontario delle Staffette Alimentari Partigiane ha visto i vigili urbani sanzionare una signora" con la motivazione di disturbare i passanti e occupare il suolo pubblico. Per il collettivo è un'"azione repressiva inutile e contraria alla solidarietà e mutuo ai

zic.it/multata-perche-chiedeva

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Sembra passato un secolo, eppure i due decreti sicurezzi vergati da Salvini e firmati da Giuseppe Conte sono ancora uno degli strumenti repressivi più avanzati per la mutilazione delle lotte sul lavoro e in piazza, per la segregazione e il respingimento dei/delle migranti, per l'annichilimento di chi non chiede il permesso per prendersi una casa.
Con l'inizio della fase 2, che in neanche 48 ore ha visto la violenta offensiva padronale contro i lavoratori dellaTNT di Peschiera Borromeo, riproponiamo "Davanti alla legge", un opuscolo che analizza punto per punto il secondo decreto Salvini.
Una lettura non facile ma utile per conoscere una delle armi dello Stato.

autistici.org/distrozione/2019

La “fase due” segna il ritorno alla “normalità”. Una “normalità” fatta di morti sul lavoro (5 solo nella giornata di ieri), dove i lavoratori della Tnt di Peschiera Borromeo protestano perché lasciati a casa all’improvviso, in 60, in un periodo nel quale per decreto le aziende non potrebbero nemmeno licenziare. Una “normalità” nella quale la polizia viene sguinzagliata unicamente su di loro violando, ancora una volta, ciò che costituzionalmente veniva chiamato diritto di sciopero.

militantduquotidien.blog/2020/

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