Di recente ho letto "Ce que le jour doit à la nuit", di Yasmina Khadra. Se qualcun altro l'ha letto, avrei piacere di ricevere sue opinioni, perché sono un po' perplesso e, dato il successo del libro e la biografia dell'autore, preferirei chiarirmi le idee.
In poche parole: la prima impressione è che sia una rielaborazione un po' paracula di temi consolidati nella letteratura francofona. "Paracula" perché su questi temi YK innesta un romanzo di formazione sullo sfondo della Guerra d'Algeria. つづく

L'impressione più ovvia è che ci sia molto Camus, specialmente da "Il primo uomo" e "Lo straniero": YK in effetti omaggia AC almeno due volte nel libro, ma solo in riferimento a "La peste".
Il tema dominante è però quello del tempo perduto, che in Francia domina almeno da Rutebeuf (Que sont mes amis devenus), e che nel libro di YK si intreccia con quello del rimpianto esistenziale.
Come si combinano questi temi con la Guerra d'Algeria? Ecco il mio problema: mi pare lo facciano sterilmente. つづく

È la formazione di un ragazzo arabo che cresce integrato coi Pieds-Noirs di El Malah, fino alla Rivoluzione algerina. Al centro, una storia d'amore "conclusa senza mai essere iniziata".
Questo forse è il punto del mio cruccio: al centro, la storia d'amore; ai margini - parecchio ai margini - la Storia. YK sembra sempre voler puntare il dito sulle cause della rivoluzione, magari solleticando paralleli con l'attualità, ma mi pare che tutto finisca sullo sfondo del "Que sont mes amis devenus". つづく

E, in realtà, neanche il cambiamento di 'sti amici pare molto approfondito. Si perdono e si ritrovano in maniera abbastanza prevedibile (tipo "La meglio gioventù"), eppure senza un vero sforzo di tracciarne le contraddizioni, anche solo sul modello de "L'amico ritrovato". L'affresco della Rivoluzione vista da Orano segue uno schema simile: varie sfaccettature, spesso da cliché, colte nel prisma del protagonista, musulmano ma integrato alla borghesia bianca. Che viene travolto dagli eventi. つづく

Non è chiaro, cioè, se la superficialità della descrizione, e quindi gli spunti che se ne possono trarre, siano da ascrivere all'io narrante o all'autore. Il finale, comunque, ci dice che "tout est pardonné", si può litigare ma poi ci chiariremo. Anzi: aveva senso cacciare i padroni se poi vi scannate fra voi?
Ovviamente è un pied-noir che lo dice, anche perché YK è figlio di ufficiale del FLN e ha servito nella guerra civile. Ha collaborato con Bouteflika per poi criticarne il 4° mandato. つづく

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Però, proprio per la sua storia personale, rimango perplesso dalla trattazione dell'evento storico su cui si muove la trama. Eppure il libro ha avuto un successo tale da trarne anche un film. Per questo mi/vi chiedo se mi sia perso qualcosa io o se magari proprio l'assenza (che direi voluta) di analisi, unita al ricorso a topoi letterari familiari, abbia convinto i lettori francesi a trovare nel libro una lente confortante per osservare le contraddizioni sociali della Francia di oggi.

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