LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA E IL "TINTINNAR DI SCIABOLE": ALCUNE CONSIDERAZIONI A PARTIRE DA UN ARTICOLO DI "LOTTA CONTINUA" DEL GENNAIO 1970

"La bomba di Milano: chi indagherà sugli indagatori?"

Così titolava Redazione Lotta Continua a pagina 7 del numero del 17 gennaio 1970, poco dopo un mese dalla strage di piazza Fontana.

Nell'articolo si mette in dubbio la colpevolezza degli anarchici indagati e vengono sottolineate le incongruenze e le forzature che caratterizzano le indagini.

Particolarmente profetico è il passaggio sul rischio di un colpo di stato, tema che anticipa il dibattito sulla "strategia della tensione" e sulle responsabilità neofasciste. -->

Elementi che, fuori dagli ambienti di sinistra, balzeranno agli onori delle cronache solo molti anni dopo. Solo dopo le campagne stampa di giornali come il "Corriere della sera" tese a spostare l'attenzione sulla "pista anarchica".

"Sicuramente c'è qualche gruppo che sa tutto: sapeva che le bombe stavano per essere messe, chi le aveva messe e chi doveva essere accusato. Qualche gruppo, e non qualche gruppetto di pseudo-anarchici o tanto meno di anarchici.

Sarà utile - a questo proposito - rivedersi il settimanale «Epoca» in data 10 dicembre (due giorni prima delle bombe), «Epoca» lanciò una copertina tricolore e un incredibile articolo: «Colpo di stato: è possibile?»... «L'Italia è senza dubbio a una svolta della sua storia». -->

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In una situazione eccezionalmente drammatica «le forze armate potrebbero essere chiamate a ristabilire immediatamente la legalità repubblicana... nel giro di mezza giornata».

Del resto quattro giorni prima due quotidiani inglesi si preoccupavano della possibilità di un colpo di stato in Italia. Tutto questo prima degli attentati.

Evidentemente, quindi, dietro le quinte qualcuno sapeva e ancora oggi sa chi ha messo le bombe o chi conviene accusare: giornali come «la Notte» (semi-fascista), «il Sole 24 ore» (Confindustria) hanno indicato subito le sinistre. Il «Corriere della sera» ha fatto e sta facendo il resto. Con la fragile inchiesta continua spudoratamente la campagna di attacco alle forze rivoluzionarie." -->

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Qualche mese dopo, la notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970, Junio Valerio Borghese, ex comandante della X flottiglia Mas, tenterà un colpo di stato. Le operazioni per eseguirlo, per motivi mai chiariti, furono annullate dallo stesso Borghese mentre erano ancora in corso. In seguito al tentativo, Borghese si rifugiò nella Spagna del dittatore Franco.

Non era la prima volta che nell'Italia repubblicana si parlava di colpo di stato. Già nel 1964 ci furono tentativi simili, il "Piano Solo" del generale De Lorenzo, che sarà scoperto solo anni dopo, grazie a un'inchiesta dell'Espresso.

Di quel "tintinnar di sciabole" oggi si è quasi persa la memoria, e pure tornare a studiarlo potrebbe aiutare non poco a capire gli ultimi trent'anni della storia Italiana.

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