La concentrazione dei capitali e la nascita delle multinazionali non sono un fenomeno che riguarda esclusivamente la nostra contemporaneità. I processi che oggi osserviamo si originarono tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
Un po' stupisce che chi li analizzava allora non si appellava alla "sovranità perduta" come gli odierni sovranisti di destra e sinistra, ma chiedeva "una regolamentazione delle multinazionali su scala mondiale e interstatale."
Il dibattito nell'ultimo decennio, sotto le spinte populiste e sovraniste, è profondamente arretrato. A tutto vantaggio delle multinazionali, le quali continuano ad agire indisturbate a livello globale, traendo non pochi benefici dalla polverizzazione in stati impotenti. -->
Da un articolo de l'Unità del 21 settembre 1975:
"Lo sviluppo delle società multinazionali, in molti campi di attività, ha avuto un aspetto particolarmente vistoso nel settore delle banche e delle compagnie di assicurazioni. Esso è, peraltro, uno degli aspetti più immediati del processo di concentrazione e centralizzazione su basi mondiali del capitale nel dopoguerra. [...]
Con le multinazionali, il grande capitale ha cercato nuove strade per sfuggire al controllo delle singole legislazioni nazionali e alle misure fiscali. Insediando le sue finanziarie nei cosiddetti « paradisi fiscali» [...] Ciò per sfuggire anche a un controllo sui programmi di investimento e di espansione di ciascuna società. S'impone, perciò, una regolamentazione delle multinazionali su scala mondiale e interstatale (ONU e CEE)."