È redatto da alcuni detenuti politici (Pasquale Abatangelo, Maurizio Arreni, Paolo Cassetta, Gerardina Colotti, Prospero Gallinari, Maurizio Locusta, Remo Pancelli, Bruno Seghetti, Teresa Scinca, Severino Turrini). Ha per titolo "TUTTI I COLORI DELL'EMERGENZA", ed è sì, come si dice fin da subito, un'analisi della legislazione emergenziale che ha decimato la sinistra rivoluzionaria italiana, ma anche l'interpretazione storica di un trentennio che, pure i fatti che venivano a galla in quei primi '90, aiutavano a chiarire. È interessante leggerlo oggi: in qualche modo, aiuta a chiarire il presente nel quale siamo immersi, oltre che gli errori politici di figure mitizzate come Berlinguer, che si dimostrò particolarmente miope nel definire "untorelli" ragazze e ragazzi in rivolta che si radunarono a Bologna nel marzo del 1977. 2/3
Un documento che dimostra anche, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto importanti siano gli archivi di movimento. Testimonianze simili, se va bene, avremmo potute ritrovarle negli Archivi di stato tra più di trent'anni, magari nella cartella personale di qualche compagnə attenzionatə dalla politica.
Leggerle in questo momento, invece, è particolarmente utile. Perché c'è urgente bisogno di nuove interpretazioni della storia repubblicana. Senza le quali, è impossibile comprendere l'origine dell'ondata reazionaria e guerrafondaia che ci sta travolgendo.
[Nelle immagini alcuni stralci da "Tutti i colori dell'emergenza", tra i quali un'autocritica sul ruolo delle Br] 3/3