I CENTRI SOCIALI BOLOGNESI DEI PRIMI ANNI '90 SU ECN

Oggi Bologna si è svegliata come un nuovo sgombero, quello del nuovo spazio occupato in Stalingrado 31. Il sindaco della "città più progressista d'Italia", ringraziando le forze dell'ordine intervenute con decine di camionette, manco dovessero arrestare uno dei mandanti della Strage alla stazione del 1980, ha ribadito che le occupazioni sono ingiustificate.

I processi oggi in atto, gentrificazione e turistificazione della città, hanno radici molto profonde proprio nei primi anni Novanta del secolo scorso. A Bologna furono gli anni della "uno bianca", della "Falange armata" e degli sgomberi; ma pure quelli di "Stop al panico", dei movimenti sociali che si rivitalizzavano dopo il torpore del decennio precedente e di una nuova stagione di occupazioni. 1/2

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Tra l'89 e il '93, "Isola nel kantiere", compare su Ecn 11 volte in 9 file; "Fabbrika", lo spazio sociale sgomberato alcuni mesi prima, invece, è citato 9 volte in 9 file, come il C.S.O.A "Pellerossa".

Nelle prime due immagini: il comunicato (in inglese) che annuncia l'occupazione di un nuovo edificio in Via Corticella 143 nel febbraio del 1992, e quello (sempre nella lingua di Albione) che descrive le ragioni dello sgombero, avvenuto dopo una settimana. Leggendoli si nota che è proprio in quegli anni che Bologna comincia ad assumere il volto attuale: non più città a misura d'uomo, ma di turista (allora culturale, oggi più mangione). Nella seconda, invece, la nota del centro sociale Pellerossa scritta dopo lo sgombero. Furono postate su Ecn alle 21:06 di venerdì 14 febbraio 1992 e alle 6:57 di sabato 14 agosto 1993. 2/2

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