@Nausicaa Non posso aiutarti col tuo quesito morale però posso assicurarti che ci sono alcune pizze surgelate che sono favolose, la migliore a mio parere è quella di Italpizza formato rettangolare qualsiasi gusto. (Anche io come te ero un ortodosso della pizza)

SILENO boosted

@Soft_machine Si, è così. Solo che al nemico purtroppo ci siamo già abituati da tempo. Il nemico è ormai ovunque, fa parte della comunicazione quotidiana. Mentre la guerra è qualcosa che richiama scenari eccezzionali, almeno dalle nostre parti, scenari che aprono la porta a nuove e pericolose conseguenze. Se ci abituiamo alla metafora della guerra come ci siamo abituati a quella del nemico di turno il rischio si sposta dall'ambito individuale a quello collettivo, perchè la guerra richiama necessariamente una prospettiva collettiva.

SILENO boosted

@Sileno Uso delle metafore:
L’emergenza Covid-19 è quasi ovunque trattata con un linguaggio bellico:
trincea negli ospedali,
fronte del virus,
economia di guerra,
ecc… ecc…
perché ?

La guerra è una delle poche attività umane a cui la gente non guarda in modo realistico; ovvero valutandone i costi o i risultati. In una guerra senza quartiere, le risorse vengono spese senza alcuna prudenza. La guerra è pura emergenza, in cui nessun sacrificio sarà considerato eccessivo.
Trattare una malattia come fosse una guerra ci rende ubbidienti, docili e, in prospettiva, vittime designate.
Come diceva qualcuno : - le parole sono importanti -
in epoca di fake-news ancora di più, sono munizioni di una guerra psocologica.
Siate critici e attenti.

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"Siamo in guerra". Questo slogan-minchiata ha preso piede non appena l'ha pronunciata Macron il giorno dopo che ha fatto andare tutti a votare. Non si può essere in guerra con un virus, così come non si può essere in guerra con un vulcano, una tempesta e così via. Non ci vuole molto a capirlo, eppure questo slogan ormai domina l'informazione nazionale.
Uno slogan tanto minchione quanto pericoloso perchè indirettamente rende il dispiegamento di forze di polizia e militari un fatto normale, quasi un atto dovuto per rispondere allo stato di guerra. Non è un caso che l'idea di essere controllati da droni e rendere possibile il tracciamento dei nostri cellulati per controllare i nostri spostamenti non stia sollevando l'indignazione generale, anzi. Cominciamo a contestare l'uso di questo slogan!

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