Il testimone è alla strada. Sulla lotta di Patxi Ruiz
Il 9 maggio scorso Patxi Ruiz, prigioniero politico basco, veniva convocato dal direttore del carcere di Murcia II e pesantemente minacciato di ritorsioni anche fisiche, con il pretesto della sua partecipazione attiva ad alcune proteste dei detenuti contro la gestione penitenziaria dell’emergenza covid. Per denunciare questi fatti, e più in generale per attaccare le condizioni di ricatto e minaccia sistematica a cui sono sottoposti i prigionieri politici, dal giorno seguente Patxi ha intrapreso un duro sciopero della sete (durato 12 giorni) e un lungo sciopero della fame, terminato settimana scorsa dopo più di 30 giorni di totale rifiuto del cibo.