Lunga lettura comparata di Silvia Napoli, di
"𝐒𝐞 𝐯𝐢 𝐯𝐚 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐬𝐞 𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐠𝐡𝐞" (Edizioni Alegre)
e di "𝐋𝐨 𝐬𝐠𝐡𝐞𝐫𝐫𝐮 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐮𝐭𝐮𝐧𝐧𝐨 𝐜𝐚𝐥𝐝𝐨" (Derive Approdi Editore)
di Valerio Monteventi su "Il Manifesto In Rete".

Grazie.

ilmanifestoinrete.it/2023/11/2

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Ma il problema più angosciante, credetemi, è che il colore non fa pendant.
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Ma finalmente ora sappiamo che si tratta di un porta candela (anche detto candelabro).

Uno di quei gadget idioti che le maestre fanno costruire ai bambini delle elementari per Natale, ma acquistabili anche in rete.

Oggetti inutili al mondo, esattamente come i pro vita.
😂
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Poi fu la Polvere Pirica, che riempiva un mini "ordigno esplosivo" non meglio identificato, che suonava la musica del bombarolo di De André.
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Piccola storia triste.

All'inizio fu la , la più nobile e iconica delle armi della rivoluzione e del comunismo barricadero.
("Appoggiare, non agitare" avrebbe detto James Bond.)

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Insomma Linkiesta non si comporta tanto diversamente da il giornale fondato da Montanelli che dice che la Fondazione Montanelli mente su Montanelli, e che Montanelli diffamò Montanelli in ...
😅
(come spiegava @gubi)

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D'altronde cosa ci si può aspettare da uno che mentiva anche nel suo curriculum vitae, inventandosi collaborazioni con giornali newyorchesi e fingendo interviste a Hitler o Ford.
(Esistono decine di aneddoti in rete sulle sue bugie.)
🙄
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Da ricordare anche le menzogne del nostro caro Cilindro contro e , con l'intento di depistare le indagini sulla strage di
(che ritrattò poi vigliaccamente, quando fu messo alle strette dai magistrati).
🤦
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Perché non ci siano dubbi sulla sua stima della dignità delle donne, peraltro, bisogna ricordare che si oppose anche all'altra Merlin, Lina, che in Parlamento si adoprava per l'abolizione delle "case chiuse".

Baluardo della fede, della patria e della famiglia le definì.
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Si schierò, invece, sempre dalla parte del padronato, come quando diffamò, tacciando di sciacallaggio alcuni giornalisti italiani, tra i quali l'ex partigiana Tina Merlin, che avevano denunciato i rischi della costruzione della diga del Vajont.
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Non debbono ingannare neanche i suoi tentativi di farsi accreditare come antifascista, aderendo per esempio a Giustizia e Libertà alla caduta del fascismo, che invece difese per tutta la vita, mentendo anche sull'uso dei Gas in Africa (finché non fu smentito clamorosamente dallo storico Del Boca).
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Così come si adoprò perfino per un ridicolo tentativo di colpo di stato, insieme all'ambasciatrice Clare Boothe Luce, per instaurare in Italia un regime alla .

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parentesistoriche.altervista.o

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Ma queste non erano le sue uniche oscene "caratteristiche":

Dimostrò, infatti, anche la sua totale adesione morale al nazifascismo con la sua solidarietà al criminale stragista Priebke (quello delle Fosse Ardeatine, per intenderci).
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Ma presto torna all'idozia guerrafondaia e assassina:

«Salvo qualche mezzacoscienza, nessuno di noi si augura che la guerra finisca»

«Salvo qualche mezzacoscienza, nessuno di noi pensa che un trattato di pace ... possa esaurire il nostro compito qui»

Questo era Montanelli: Uno stupratore, guerrafondaio e razzista.
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«La nostra condotta verso queste popolazioni è straordinariamente blanda»

Poi comincia col tipico dispregio razzista:
«Il soldato italiano, singolarmente preso, bene è che ecceda in dignità razziale»
«Non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità.»

«Coi negri non si fraternizza. Non si può, non si deve»

Infatti il rapporto con la ragazzina che aveva comprato era tutt'altro che fraterno.

«Niente indulgene, niente amorazzi»
Quindi la stuprava con indifferenza, o fors'anche odio.
«Il bianco comandi.»
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Anzi, per assurdo, il fatto che stuprasse una bambina abissina, faceva "quasi" pensare, che quell'etnia non gli spiacesse.

Invece, leggiamo le parole schifose che scrisse e che definiscono nella sua nefandezza.

Comincia con una pagina di sproloquio guerrafondaio

«l'Italia, se vuole davvero essere, com'è, un Italia di soldati"
in cui spiega come per vincere occorra cambiare metodo: parlare meno e attrezzarsi per la guerriglia.

L'analisi del nemico è indicativa:
«ad ogni modo il nostro disprezzo per gli abissini, come soldati, è grande. Come banditi»

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tempo fa avevo scoperto, sempre su Twitter, un suo articolo schifoso, scritto nel dicembre '35, per la rivista "Civiltà Fascista" (gennaio '36).

Che il giornalista dalla prosa fluente fosse anche un bugiardo già lo sapevo, ma che fosse uno schifoso razzista non mi era ancora così chiaro.
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