Allora, scrivo qui una piccola storia. Poi ve ne farete quello che volete eccetto farmi diventare virale :D

Dunque, il giornalista assunto a tempo indeterminato sui generis, che lavora in una città, diciamo metropoli, va al lavoro mediamente fra le 9 e le 10 del mattino ed esce non prima delle 19, se è un capo anche più tardi. Resta in redazione tutto il giorno, mangia in redazione o nei dintorni, assorbe le notizie da agenzie, tv, social, telefonate con addetti stampa o politici, interviste al telefono.
La sua bolla è costituita dalla materia che potete vedere su qualunque social in questi giorni, più le esigenze spinte dai suoi superiori (fai grafico con numeri: spazio un quarto di pagina, trova foto, fai sommarietti + pezzo + reazioni "mi raccomando equilibrio").

segue

Poniamo che l'argomento sia il virus: il giornalista capo chiama un altro o altra giornalista gerarchicamente sottoposto e gli impartisce le direttive tipo "oggi facciamo 6/8 pagine di speciale, tu fai il locale da X coordinando i collaboratori già lì"; diciamo che lo fa intorno a mezzogiorno, facendo finta che non si deve occupare anche dell'online che ovviamente sta sparando pezzi, video, audio, grafici e tabelle dalla mattina presto. Il sottoposto sa che deve avere: pezzi con interviste, qualche storia che acchiappi, qualche dato, tutte le novità. Nella bolla chiedono notizie che superino "quelle che già girano sul web". Il sottoposto parte con le telefonate ai collaboratori, che nel frattempo hanno già spremuto tutto per l'online dello stesso giornale. Se sono furbi, e devono esserlo, tacciono su ciò che hanno già fatto.
2

Primo cortocircuito, sempre facendo finta che il capo e il sottoposto del quotidiano nazionale non si occupino ANCHE dell'online del medesimo giornale - situazione molto rara - e che non debbano fare anche loro "dirette" via social sempre per il loro giornale: le notizie nella bolla sono quelle e quelle rimangono, rimbalzate dalle agenzie che a loro volta copiano siti di giornali online e social. Quindi il collaboratore "sul campo" - quando c'è, perché la maggior parte dei quotidiani oggi non li ha - non farà altro che mandare in redazione roba che ha sentito da uno o due passanti al massimo, non ha il tempo per fare altro perché deve fare anche l'online per il medesimo giornale nazionale E per altre testate locali, altrimenti non vivrebbe solo con i 4 spicci pagati dal quotidiano nazionale.
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(ricordo che sto facendo una non scientifica analisi partendo da dati di fatto molto rari, cioè giornale nazionale con sufficiente numero di giornalisti assunti in redazione che sfruttano collaboratori sottopagati sul campo, situazione NON comune, anzi).

Diciamo che per le 16 il collaboratore ha portato a casa, come si dice in gergo, qualcosa: una rissa in farmacia, che gli è stata raccontata lui o lei non l'ha vista, il sindaco che sbrocca perché "non ci sono più mascherineH!" e una "testimonianza" da dentro la zona vietata (fingiamo che nessun giornalista entri nelle zone vietate) che ha ricevuto via WA da un amico o amica, senza aver potuto parlare con chi l'ha scritta.
In redazione montano le pagine che nel frattempo, complice la psicosi autocreata dalla bolla, sono diventate 10/12

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Il capo, che è in redazione dalla mattina, ha pranzato lì, ha parlato con politici, addetti stampa della protezione civile, di sindaci, di governatori, ha ricevuto due o tre telefonate di moglie compagna figli che gli segnalano diverse bolle sui social che stanno crescendo: esempi, la psicosi dello studente che rientra al sud dopo la sospensione delle lezioni, la psicosi dell'italiano bloccato sull'aereo per le Maldive, la psicosi dell'amuchina a prezzo d'oro. Idem i suoi colleghi in redazione, che leggono le medesime cose sui social: la bolla si perfeziona in caso di testata che abbisogna di pubblicità, quindi bendisposta a fare "titoloni provocatori" per far parlare di sé, o per battere l'odiata concorrenza (che lavora in modo IDENTICO), o di direttore anziano fascistoide o di gruppo dirigente politicamente schierato.

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Alle 17 o direttamente alle 19 si fa il conto di quello che c'è: mentre vengono pompati i pezzi dei collaboratori (che sappiamo essere stati scritti in quel modo sciatto non per colpa del o della collaboratrice ma per evidente carenza di notizie) per renderli più cliccabili con titoli ad effetto malandrini e falsificanti, si aggiungono i pezzi fatti in redazione (dove vige la bolla) da giornalisti precari (più disposti a creare notizie che aderiscano alle aspettative dei capi) con robe rubacchiate dal web e reazioni politiche di livello medio basso, più i pezzi degli assunti indeterminati (con molte aderenze in vari campi, immaginatele tutte, da confindustria a segretari di partito) pieni di roboanti accuse o rassicurazioni pelose. Più i pezzi con le interviste agli "esperti": e qui la bolla lavora al suo massimo, IMO.
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Questa è di anonimoconiglio del social coll'uccellino

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