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Alle 17 o direttamente alle 19 si fa il conto di quello che c'è: mentre vengono pompati i pezzi dei collaboratori (che sappiamo essere stati scritti in quel modo sciatto non per colpa del o della collaboratrice ma per evidente carenza di notizie) per renderli più cliccabili con titoli ad effetto malandrini e falsificanti, si aggiungono i pezzi fatti in redazione (dove vige la bolla) da giornalisti precari (più disposti a creare notizie che aderiscano alle aspettative dei capi) con robe rubacchiate dal web e reazioni politiche di livello medio basso, più i pezzi degli assunti indeterminati (con molte aderenze in vari campi, immaginatele tutte, da confindustria a segretari di partito) pieni di roboanti accuse o rassicurazioni pelose. Più i pezzi con le interviste agli "esperti": e qui la bolla lavora al suo massimo, IMO.
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Il capo, che è in redazione dalla mattina, ha pranzato lì, ha parlato con politici, addetti stampa della protezione civile, di sindaci, di governatori, ha ricevuto due o tre telefonate di moglie compagna figli che gli segnalano diverse bolle sui social che stanno crescendo: esempi, la psicosi dello studente che rientra al sud dopo la sospensione delle lezioni, la psicosi dell'italiano bloccato sull'aereo per le Maldive, la psicosi dell'amuchina a prezzo d'oro. Idem i suoi colleghi in redazione, che leggono le medesime cose sui social: la bolla si perfeziona in caso di testata che abbisogna di pubblicità, quindi bendisposta a fare "titoloni provocatori" per far parlare di sé, o per battere l'odiata concorrenza (che lavora in modo IDENTICO), o di direttore anziano fascistoide o di gruppo dirigente politicamente schierato.

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(ricordo che sto facendo una non scientifica analisi partendo da dati di fatto molto rari, cioè giornale nazionale con sufficiente numero di giornalisti assunti in redazione che sfruttano collaboratori sottopagati sul campo, situazione NON comune, anzi).

Diciamo che per le 16 il collaboratore ha portato a casa, come si dice in gergo, qualcosa: una rissa in farmacia, che gli è stata raccontata lui o lei non l'ha vista, il sindaco che sbrocca perché "non ci sono più mascherineH!" e una "testimonianza" da dentro la zona vietata (fingiamo che nessun giornalista entri nelle zone vietate) che ha ricevuto via WA da un amico o amica, senza aver potuto parlare con chi l'ha scritta.
In redazione montano le pagine che nel frattempo, complice la psicosi autocreata dalla bolla, sono diventate 10/12

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Primo cortocircuito, sempre facendo finta che il capo e il sottoposto del quotidiano nazionale non si occupino ANCHE dell'online del medesimo giornale - situazione molto rara - e che non debbano fare anche loro "dirette" via social sempre per il loro giornale: le notizie nella bolla sono quelle e quelle rimangono, rimbalzate dalle agenzie che a loro volta copiano siti di giornali online e social. Quindi il collaboratore "sul campo" - quando c'è, perché la maggior parte dei quotidiani oggi non li ha - non farà altro che mandare in redazione roba che ha sentito da uno o due passanti al massimo, non ha il tempo per fare altro perché deve fare anche l'online per il medesimo giornale nazionale E per altre testate locali, altrimenti non vivrebbe solo con i 4 spicci pagati dal quotidiano nazionale.
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Poniamo che l'argomento sia il virus: il giornalista capo chiama un altro o altra giornalista gerarchicamente sottoposto e gli impartisce le direttive tipo "oggi facciamo 6/8 pagine di speciale, tu fai il locale da X coordinando i collaboratori già lì"; diciamo che lo fa intorno a mezzogiorno, facendo finta che non si deve occupare anche dell'online che ovviamente sta sparando pezzi, video, audio, grafici e tabelle dalla mattina presto. Il sottoposto sa che deve avere: pezzi con interviste, qualche storia che acchiappi, qualche dato, tutte le novità. Nella bolla chiedono notizie che superino "quelle che già girano sul web". Il sottoposto parte con le telefonate ai collaboratori, che nel frattempo hanno già spremuto tutto per l'online dello stesso giornale. Se sono furbi, e devono esserlo, tacciono su ciò che hanno già fatto.
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Allora, scrivo qui una piccola storia. Poi ve ne farete quello che volete eccetto farmi diventare virale :D

Dunque, il giornalista assunto a tempo indeterminato sui generis, che lavora in una città, diciamo metropoli, va al lavoro mediamente fra le 9 e le 10 del mattino ed esce non prima delle 19, se è un capo anche più tardi. Resta in redazione tutto il giorno, mangia in redazione o nei dintorni, assorbe le notizie da agenzie, tv, social, telefonate con addetti stampa o politici, interviste al telefono.
La sua bolla è costituita dalla materia che potete vedere su qualunque social in questi giorni, più le esigenze spinte dai suoi superiori (fai grafico con numeri: spazio un quarto di pagina, trova foto, fai sommarietti + pezzo + reazioni "mi raccomando equilibrio").

segue

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In accordo con Camere d'aria, che gentilmente ci ospita, volendo evitare ogni problema che andare contro l'ordinanza potrebbe creare, si è deciso di rimandare l'assemblea del Gruppo SK a lunedì 2 marzo ore 20 e 30, stesso luogo. Rimangono in piedi le contraddizioni di una ordinanza contenente regole e discriminanti quantomeno curiose. A lunedì prossimo e fate girare la voce!

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Padroni il 21 febbraio: "no questa cosa del lavoro remoto è troppo difficile, non si può fare, ma poi come mandiamo avanti le aziende"

Padroni il 24 febbraio: "porcaddio tutti a casaaaaaaaaaaaaaaa"

Non è che niente niente l'obbligo di lavorare in ufficio è una scelta politica di consapevole oppressione? No eh?

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REGA CI STANNO FACENDO LE UTENZE VPN PER LO SMART WORKING
CORONA VIRUS REGNA

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vocisinistre.com/2019/06/29/du Per i coloni europei il modo di vivere dei popoli nativi era sconcertante. Tra le cose che più li lasciavano perplessi c’era la tradizione dei Due Spiriti.

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Ok.
In tempo realIe scopriamo grazie a Fabio Fazio (!!!) che anche il sindaco di un paese in piena zona rossa del lodigiano, con raffreddore forte, non può fare il tampone per il test del coronavisrus perché - testuale - "sono finiti i tamponi, me l'hanno rimandato"

Porcodio non è possibile.
Non è ammissibile, lì avrebbero dovuto già essere testati tutti, porcodio.
Mancano i tamponi, ovvero, non abbiamo dove farli analizzare.
Era tutto falso, non ci siamo preparati.
Sono atterrita.

Piccola nota a margine:
non so se avete letto l'ordinanza, che secondo me è chiarissima.
Possibile che dopo quel messaggio ci sia gente che chiede "ma gli allenamenti sono sospesi?" e si parla di allenamenti in palestra, al chiuso.

Io davvero non capisco se sono cogliona io a credere che le persone adulte sappiano leggere e capire o se questi fanno apposta a non capire e fare domande irritanti perché vogliono essere deresponsabilizzati. In entrambi i casi mi rotolano le ovaie.

“Confermo che sul ‘paziente zero’ non ci ancora novità. Peraltro abbiamo i due pazienti ricoverati a Venezia città storica che ci preoccupano non poco, perché sono pazienti che non hanno nessuna storia clinica riferita alla comunità cinese o a persone che provenivano dalle zone infette. Stiamo facendo comunque accertamenti sul cerchio più vicino delle frequentazioni della coppia”.

“Con questa ordinanza chiediamo la comprensione e la collaborazione di tutti i cittadini. Non è un momento facile, però con questi dati che abbiamo oggi possiamo ancora sperare di circoscrivere il contagio”. “Contagio che oggi è definito in 25 casi in Veneto”.

“L’ordinanza è operativa da subito, immagino che diventerà a pieno regime dalla mezzanotte di oggi”.

L'ordinanza è a doppia firma, del ministro Speranza e del governatore Zaia.

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Coronavirus: nuova ordinanza. Punti essenziali.
In tutto il territorio del Veneto:

“Le manifestazioni in corso vanno ad esaurimento per evitare problemi di ordine pubblico. Dallo sgombero di fine evento di oggi si va all’assenza totale di qualsiasi forma di manifestazione, fiere comprese, di qualsiasi forma di aggregazione, pubblica o privata, fino al primo di marzo compreso. Eventualmente il provvedimento potrà essere reiterato”.

“Chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 1° marzo. Chiusura dei musei, cinema e di qualsiasi luogo di aggregazione pubblico e privato. Chiusura dei mercati, sospensione di attività collettive per finalità ludiche, sportive o per qualsiasi finalità”.

“Disinfestazione di tutti i mezzi pubblici, compresi quelli di Trenitalia e compresi quelli acquei”.

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Martedì il Comune di Modena, in attesa di riaprire il lager (Cpr) festeggerà col capo della polizia Franco Gabrielli i cent'anni della Questura della città, inaugurata il 25 febbraio 1920.

Celebrazioni, concerti e convegni sul questore di allora, tale commendator Emiddio Di Salvia.

Ricordiamo giusto che soli 42 giorni dopo la nascita della Questura di Modena, il 7 aprile 1920, i carabinieri del 36esima Fanteria aprirono il fuoco sui lavoratori in sciopero uccidendone cinque nell'eccidio di Piazza Grande: Linda Levoni, 18 anni, Antonio Amici, 33 anni, Evaristo Rastelli, 35 anni, Stella Zanetti, 37 anni, Ferdinando Gatti, 49 anni.

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Queste sono le notizie che amo
Voleva provare che la terra è piatta e invece ha provato che la terra è dura
'Mad' Mike Hughes dies after crash-landing homemade rocket - BBC News t.co/mhvhTAC7CY?amp=1

Ci sono dei decerebrati e delle decerebrate/i che fanno le vittimine o si lamentano per la sospensione di ALCUNE partite di serie A e dei campionati di calcio minori per le disposizioni anticontagio.
A questi e queste auguro di trovarsi in isolamento forzato e di dover temere per il proprio lavoro o fonte di reddito primaria. Così si lamenteranno per qulacosa di serio.

'Sti Piterpan di merda.

scusate
nel primo toot non ho messo tutti i luoghi sottoposti a divieto di ingresso e di uscita dall'abitato.
L'elenco lo trovate ovunque ormai.

Un abbraccio a chi vive in quei luoghi, tenete duro, usate internet ma senza esagerare, che è pieno di sciacalli e pirla, se vi annoiate leggete e guardate film, Noi siamo qui :) daje tutti

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Un'istanza mastodon antifascista prevalentemente italofona con base a Bologna - Manifesto - Cosa non si può fare qui

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