"Le belle querce in fondo al prato si aprono
con rami e il cielo le porta. Quelle
che per la viottola vengono giù
sono due ragazze graziose che hanno lasciato
lungo la strada l’auto. Scendono
per vedere il lago, ridono contente.
Sono abbastanza lunghi ancora i pomeriggi.
Con sguardi amichevoli mi guardano passando.
Senza parlare mi dicono
che il senso della scena vuole molta attenzione.
Sento i loro passi che van via su gradini e foglie.
Il dolce sguardo d’ansia diceva
che non esistono le belle querce mai
ma soltanto creature in attesa".
Franco Fortini