Non dormo. Dormo solo nelle ultime due ore in cui dovrei alzarmi, sfinita dalla notte e dal pianto.
Non ho piacere nel mangiare.
Non riesco più ad amare.
Sono stata umiliata senza meritarlo, ho subito un abbandono, ho abbracciato un ritorno con la paura che non durasse... Ed è diventata una vigliacca certezza.
Sto male. Vorrei non vivere più, spegnermi. Non riesco a trovare motivazioni anche riguardandomi indietro.
Sono stata male a dai 15 anni, niente di grave ma male abbastanza da non avere un'adolescenza in cui riguardarmi allo specchio mentre crescevo. Una giovinezza passata a vergognarmi della mia circolazione e delle mie giornate sul bagno con la preoccupazione di non riuscire a concludere niente nella vita. Che mi ha portato a vivere sospesa in dca infinito e senza autostima, cercando il meglio ma senza apprezzare ciò che avevo accanto. Quando mi sono "guarita" un pochino, mi sono svegliata avevo 36 anni, finalmente un lavoro dignitoso e volevo di più dal mio corpo. Ho dato retta a colui che se!brava aver templificato il mio corpo, che sembrava interessato a ciò che pensavo, con cui ho glorificato il letto che avevo sempre mortificato.
Lo facevo clandestinamente, cercavo di uscire fuori ma qualcosa mi frenava. Il fatto di non sapere cosa sia la felicità non mi faceva comprendere bene cosa dovessi cercare, ma mi faceva rimanere con ciò che avevo, con chi avevo accanto da una vita, perché razionalmente, mi dicevo, dove vuoi andare da sola?
E infatti son finita col culo per terra una volta, mi sono rialzata. Qualcosa, la vita dicono, mi ha dato una meravigliosa opportunità per essere felice. Un bambino in affido, un piccolo sorrisone tanti grattacapi, tutta fossetta e 10 kg bagnato ancora dopo un anno. Un momento di unità e divisione della mia coppia che tuttavia ho accettato, convinta di aver seppellito nella mia mente un grande amore che non sarebbe più tornato.
E invece è tornato, approfittando del mio entusiasmo di neo mamma, cavalcando l'assenza di interesse che avevo nei confronti del mio corpo e della disperazione nell'aver cercato ancora e mai più trovato delle mani che mi facessero sentire così desiderata. Gli ho chiesto, ho implorato di non tornare, di non ricominciare perché da lì a un anno mi avrebbe nuovamente abbandonata perché la mia vita sarebbe stata ancora più complicata da lì in avanti per vedersi e perché non sarei riuscita a superare nuovamente un abbandono adesso che non mi sarei più potuta permettere di crollare emotivamente e psicologicamente. Testona e cogliona, sono ricascata nelle sue rassicurazioni, nelle sue braccia e adesso, dopo un anno sto esattamente come avevo previsto. Stavolta invece di un whatsapp, nulla, solo una "eh, mica posso sempre aspettare" e...
Avrei dovuto crederci di più, davvero palesare questa storia in qualche modo, ma non ci sono riuscita... Qualcosa in me non si fidava, specialmente di fronte a quella refrattarietà a dire cosa pensasse di me. E di nuovo tutti i post su facebook che non ho visto perché lo apro davvero poco, che ho visto ieri sera e parlavano del suo disagio... Ma perché non a voce? Perché ero soltanto un oggetto, in realtà per lui.
E quindi, ancora una volta nella vita, non mi emancipo mai, non riuscirò a godere di me. Ormai sono solo un coccio rotto che può solo essere decifrato un domani per un pezzetto di storia, ma inutile anzitutto a se stessa.
@agraestet un grandissimo abbraccio. Nessuno merita di stare così. La terapia non è semplice, occorre trovare anche la persona giusta. Riprovaci.
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...walkin' down tour street again
past your door, but you don't live there anymore.
It's year since you've been there,
But now you're disappeared somewhere
Like outer space
You've found some better place...