Da precaria del settore, hai ragionissima. Si produce tantissimo ciarpame di poco interesse, narrativa scarna e scritta male, curata da poveri cristi redattori sottopagati e sfruttati.
Le librerie in realtà possono scegliere cosa ordinare e cosa no dai cataloghi, a discrezione.
Per quanto riguarda le spese, dipende se la libreria acquista in conto assoluto o in conto deposito (e questo a sua volta dipende dalle case editrici).
In ogni caso, da quel che ho capito, chi ci rimette spesso è l'editore e chi ci guadagna di più è il distributore (ormai si parla di monopolio di pochi; alcune case editrici più piccole prendono contatti direttamente con le librerie).
@bluberrycookie di interessante in merito mi capitato sotto gli occhi questo : https://www.internazionale.it/reportage/claudio-morici/2019/06/08/librerie-roma-chiusura
@lucoprofene avevo letto anch'io quell'articolo, molto interessante. Suggerisco anche questa intervista, che tocca un sacco di temi caldi e fa capire tante cose
@leodurruti @bluberrycookie sarebbe interessante anche analizzare quanto giocano affitti e gentrificazione dei quartieri
@lucoprofene @bluberrycookie infatti, è una cosa da indagare. Ricordo che in almeno due o tre casi di chiusure di cui ho letto negli ultimi - boh - due anni l'elemento scatenante era proprio quello
@bluberrycookie @lucoprofene non del tutto, sai? Almeno, quando ci ho lavorato io, se venivano venduti bene alcuni titoli allora si poteva ordinare anche altri meno "famosi". Non ricordo perfettamente il meccanismo, ma ricordo il responsabile che spingeva l'ultimo tomo mondadori per avere poi più margine di trattativa su alcuni titoli. Poi, per carità, le cose possono essere cambiate :)
@bluberrycookie pure per le librerie stesse star dietro a sta mole di uscite deve essere un salasso. È un sistema che da lettore non so come faccia a stare in piedi, nonostante la pelle di chi viene sfruttato