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Oggi inizia la settimana della consapevolezza e
Qualche consiglio utile: il canale telegram di Rete Lettera A:

Lettera A è una rete per la visibilità e la sensibilizzazione sull'asessualità e l'aromanticismo
🍀 ko-fi.com/reteletteraa
lnk.bio/u6rR
t.me/lettera_a

Sul mio invece trovate disponibili degli a tema, in lingua inglese (purtroppo, non sono testi che sono stati ancora tradotti)

✨💜🤍🖤

Una mia amica pornografa spinge il mio canale nel suo, accennando anche del secondo, quello di foto, che però è a pagamento. Entrano decine di persone, alcune di queste chiedono del secondo canale, ancora meno tra queste effettivamente pagano ed entrano. Le restanti stazionano nel canale principale (quello che vedete scritto nel profilo, per intenderci). Sul canale principale continuo a fare le solite attività: condivisione di materiale informativo, traduzioni, testi inerenti la sessualità e identità queer. Se ne vanno via tutti.
Si aspettavano le tette aggratis e si sono ritrovati i faldoni, povere anime. Un po' mi incazzo, un po' faccio spallucce, che ce devo fa.

Henlo fren, mi sono assentata per un po' ma ora, un po' alla volta, ritorno. La situazione social è deprimente per LCDV, proverò a dare un senso nella dimensione off screen. Nel frattempo, però, recupero gli spazi digitali che mi interessano ✨
e tu come stai?

[6] Mi sono stancata dei discorso sull’oggettificazione dei corpi, della sessualizzazione (come se fosse questa il male) e dei doppi standard senza una messa in discussione della sessuofobia; mi sono stancata dell'appiattimento a buoni e cattivi, ma soprattutto alla limitazione delle pratiche giuste e ingiuste per la propria dignità (effettiva) e di genere (simbolica); smettiamola di proiettare i nostri limiti (pure legittimi, fintanto che li riconosci) sulla vita delle altre persone e pretendere quindi di sapere cos'è meglio per loro direttamente senza neanche interpellarle, soprattutto quando direttamente interessate dal nostro mirino giudicante.

Il mio femminismo è anti-sessuofobico, o non è. [fine]

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[5] Il lavoro sessuale è sfaccettato; ideare un disegno legge che tratti solo una di queste sfaccettature (quella che è più propensa a raccogliere le sacche del vittimismo senza intermediazione) per trovare delle "soluzioni", queste soluzioni non solo non le trova, ma le ripercussioni ricadono su chiunque eserciti il lavoro sessuale, da chi è più espostu e già senza diritti a chi è più privilegiatu. Ma questa cosa pur dirà della sua fallacia o vogliamo continuare a ignorare chi sta protestando? Lungi da me ricondurre tutti i problemi solo alle sessuofobia, soprattutto in questo caso; ma quello che succede con il DDL Maiorino e in generale sui discorsi anti- sex work, molto lo deve alla sessuofobia e al profondo credo secondo cui vendere un servizio sessuale equivalga ad avallare la violenza di genere. [segue]

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[4] Quando mi capita di essere interpellata sul lavoro sessuale mi sento sempre una ladra, una che ha preso il posto, per l'ennesima volta, di unu sex worker. E lo sono. Quello che posso fare per raddrizzare il tiro, quando succede, è ragionare sul mio ruolo, sui miei limiti e le mie .
Continuerò a lottare a fianco dellu sorellu sex worker, ma nel frattempo in che modo posso contribuire ad ampliare un discorso funzionale? Proprio lavorando sulla (mia, e di chi standomi attorno vuole affrontare questa cosa). Da futura educatrice sessuale, posso partire da qui. [segue]

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[3] Di quella dannata festa degli uomini, ripeto, ci sarebbe da mettere in dubbio tutto; ma che tra il tutto si sia scelto di umiliare le donne presenti perché hanno partecipato a quella gara lì è la dimostrazione di quanto sia la via più facile, perché spianata da millenni di senso di colpa e di vergogna nei confronti della donna sessuale; cioè da millenni di sessuofobia. E non riuscire a centrare il proprio posizionamento sessuofobico, anche quando in virtù di un femminismo che vuole ribaltare le dicotomie di genere, è parte del problema. [segue]

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[2] Dall'episodio delle mangiatrici di banane, a un certo modo di discutere di cultura dello stupro, fino al sex work, la sessuofobia continua a filtrare il nostro modo di giudicare eventi, fenomeni e azioni altrui.

Io non so quante persone abbiano il bisogno di sentirselo dire, ma credere che ciò che ha a che fare col sesso sia sporco, disdicevole, volgare, indegno, rimproverabile, lesivo della propria persona, è un credere sessuofobico. E quando questa sessuofobia si cala nelle questioni queer e di genere, diventa ancora più evidente. Dallo per la condotta sessuale al paternalismo permeante i discorsi sulla delle , questa è sessuofobia. [segue]

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[1] Mi pare di avervi già fatto una testa tanta sul discorso sul che vende e su un altro discorso (più ampio e complesso) che invece viene lasciato nell'ombra, non vorrei dilungarmi oltre; adesso aggiungerei che c'è pure un certo discorso che non si assume le delle proprie piattezze che rischia di essere particolarmente sessuofobico.
È un discorso dagli alti pulpiti di , ed è un discorso nei seggi parlamentari; è un discorso in bocca a chiunque abbia un minimo di copertura mediatica. È un discorso paternalista, che sa cos'è meglio per te; che ti scrive policy lines su come gestire e addomesticare l'. Ed è, soprattutto, un discorso che si auto illude di discostarsi dal , e invece ne fa le veci. [segue]

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Elisa Bellotti ha fatto qualcosa di straordinario: interpellare lu per parlare di , azione pressoché inedita. Nell'articolo il dibattito sul . Io ci sono dentro per lasciare il mio parere, ma vorrei che leggeste le parole delle altre sorelle e compagne: true-news.it/politics/limbo-la

Questi articoli così mi restituiscono sempre l'angoscioso affanno che un po' tutta la nostra società fa per rendere il sesso sempre una parentesi altra dal resto della vita. Uaaa ma veramente la globalizzazione sta rendendo il sesso tutto uguale? Così come per il cibo, il lavoro, la gentrificazione, l'inquinamento, la salute mentale a picco, la crisi climatica, la povertà, le pandemie? Non mi dire! Cioè il sesso è un tassello tra i tasselli che compongono la vita di una persona? SHOCKATA.
➡️ continua t.me/lcdvcanale/361

Contesto: ho un blog su wordpress con piano gratuito. Non ho accesso ai plugin. Esiste un modo per poter creare un forum anche avendo il piano gratuito?

Se non disturba, non è un disturbo.

Parafilia è il nome medico di quello che invece viene chiamato kink - e diamoci col kink ché è meno patologizzante -, e si distingue "parafilia" da "disturbo parafilico" quando la suddetta diventa motivo di stress, disagio, persino dolore psicofisico per te e per le persone con cui ti relazioni in maniera erotica/sessuale.

Quando e se una parafilia diventa disturbo parafilico entrano in campo moltissime questioni da tenere in considerazione: il consenso, il rapporto intimo con la persona, il benessere di tutte le parti coinvolte; fino alle regolamentazioni legislative vere e proprie.

Ma a noi che ce ne fotte, scriviamo un testo stigmatizzante per parlare un po' a cazzo di cane di queste cose, tanto lol skif i lego ahahahah a noi ci piace la figa

IF I ONLY COULD I'D MAKE A DEAL WITH GOOOD And I'd get him to swap our places,
Be running up that road,
Be running up that hill,
Be running up that building.
If I only could, OOOOOOOH

Per tutto Giugno, Agosto e Settembre www.lacameradivalentina.com va in vacanza, ma mi trovate sempre sul canale telegram
t.me/lcdvcanale

pride, kink 

@cronomaestro Molta gente crede ancora all'illusione che "liberazione" equivalga a "la mia fetta di normalità certificata" (che poi altro non è che briciole di potere) e si aggrappa fortemente a questa cosa, magari anche conquistata a fatica. È difficile togliersi da questo meccanismo.

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