I costi sono fondamentalmente nulli, perché i medici scalzi, al contrario di quelli professionisti, non sono pagati dallo Stato ma sono parte delle cooperative agricole in cui vivono. Erano parte della comunità e spesso gli venivano riservati privilegi che nella Cina di allora erano solitamente solo per la famiglia allargata.
La formazione di questi medici scalzi è la parte più interessante: non potendosi ovviamente permettere di dargli 5-6 anni di lezioni come per i dottori professionisti, vengono selezionati protocolli, materiale didattico e obiettivi specifici per massimizzare il loro impatto riducendo il periodo di formazione a pochi mesi, o a volte a poche settimane. Il tutto con un'adattamento locale delle pratiche e delle priorità a seconda della geografia, dieta e problematiche specifiche di una regione.
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Il risultato è stato impressionante: aspettativa di vita raddoppiata in pochi anni (da 35 a 68 anni), mortalità infantile ridotta ad un decimo, profilo delle patologie passato da quello di un paese pre-industriale a quello di un paese occidentale. Il sistema è stato un tale successo che ha pesantemente influenzato le politiche del WHO negli anni a venire.
Ovviamente però la storia finisce male. Con l'abbandono dell'economia socialista in Cina e l'abbraccio all'economia di mercato, la sanità viene privatizzata radicalmente. I medici ora li devi pagare e non sono più parte della comunità. La rete di medici scalzi viene trasformata nel sistema sanitario locale che ancora oggi è presente in Cina: i costi aumentano, l'impatto diminuisce e la qualità della sanità cinese oggi è quasi proverbiale.