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19 dicembre 1944. Castenaso vengono uccisi Vittorio Cavazza e Veronesi Giuseppe.
L’azione delle spie fasciste porta alla scoperta dei covi partigiani, con le informazioni delle spie i nazifascisti operano rastrellamenti a colpo sicuro.
La sera del 19 dicembre 1944 vengono catturati numerosi partigiani della brigata Pinardi nella zona di Corticella. Caricati su un camion furono trasferiti a Granarolo Emilia. Giunti a Castenaso Veronesi Giuseppe e Cavazza Vittorio vengono fatti scendere e i fascisti li uccisero sparandogli raffiche di mitra.

Mantovani Quinto nasce il 18 dicembre 1902 a Bentivoglio. Calzolaio. Partigiano. Militò nel battaglione Pinardi della 1.a brigata Irma Bandiera Garibaldi. Fu arrestato a Corticella (Bologna) il 4/8/44 e quindi deportato in Germania. Morì in campo di concentramento a Erfurt il 2/4/1945.

Gabriella Degli Esposti anni 32. Dopo essere stata catturata nel corso di un rastrellamento il 14/12/44, viene torturata e seviziata e infine fucilata il 17/12/1944 a S. Cesario sul Panaro (MO) sul greto del fiume assieme ad altri 8 partigiani del luogo.
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Serenari Renato (Nome di battaglia Formica)

Nato il 24/6/1924 a Casalecchio di Reno. Iscritto al PCI. Subito dopo l’inizio della lotta di liberazione la sua casa colonica venne trasformata in una base della 7ª brg GAP Gianni Garibaldi, nella quale fu sistemata anche una tipografia clandestina.
All’inizio del 1944 si recò nel Bellunese e militò nel dist Fergnani della brg Nannetti.
Rientrato a Bologna nell’aprile, entrò a far parte della 7ª brg GAP Gianni Garibaldi con funzione di vice commissario politico e poi di capo di SM. Operò in città per tutta l’estate e nell’autunno il suo gruppo si trasferì nella Valle dei Bocchi a Castel Maggiore.
A seguito di una delazione, il 16 dicembre 1944 fu catturato con altri partigiani e ucciso con un colpo alla nuca in località S. Anna (Castel Maggiore).

13 dicembre 1944 Rastrellamento alla Casa buia (BO)

Tarozzi Alfredo (Nome di battaglia Fieschi). Anni 22. Militò nel btg Pinardi della la brg Irma Bandiera Garibaldi con funzione di vice comandante di compagnia e operò a Bologna.

Pinardi Bruno (Nome di battaglia Camoscio). Anni 23. Militò nella 1ª brg Irma Bandiera Garibaldi con funzione di commissario politico di plotone e operò a Corticella (Bologna).

Pinardi Vanes (Nome di battaglia Topo). Anni 19 . Richiamato alle armi dalla RSI, si arruolò per disertare poco dopo ed entrare a far parte della 1ª brg Irma Bandiera Garibaldi con funzione di ispettore organizzativo di btg. Operò a Corticella (Bologna).

wp.me/p1xi7O-Av

6 dicembre 1990.
Strage del Salvemini.
Un aereo militare precipita sull'istituto dopo essere stato abbandonato dal pilota.
12 morti 88 feriti
NESSUN COLPEVOLE.

La mattina del 25 novembre 1943, alle ore 6.30, la casa dei Cervi viene circondata da militi della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR). Dopo un breve conflitto fuoco i militi fascisti appiccano un incendio al fienile e alla stalla. A questo punto la famiglia si arrende gli uomini presenti, il padre Alcide e i sette figli, due italiani (Quarto Camurri e Dante Castellucci) e quattro stranieri vengono arrestati, caricati sui camion e portati nel carcere politico dei Servi, a Reggio Emilia, mentre le donne e i bambini sono abbandonati per strada, e la casa viene saccheggiata e incendiata.
All'alba del 28 dicembre 1943, alle 6.30, i sette fratelli Cervi e il loro compagno partigiano Quarto Camurri sono portati alla fucilazione, nel Poligono del tiro a segno di Reggio Emilia.

21 novembre 1920 – Bologna - La strage di Palazzo d’Accursio.
Il 31.10.1920 il PSI di Bologna vinse le elezioni amministrative. Nel pomeriggio del 21 Palazzo d’Accursio fu parzialmente isolato da uno schieramento leggero di soldati. Nella piazza Maggiore e in quella attigua del Nettuno vi erano alcune centinaia di socialisti. Lungo via Rizzoli e via dell’Archiginnasio i fascisti premevano per entrare nelle piazze. Quando, poco dopo le 15, Enio Gnudi, il nuovo sindaco socialista di Bologna si presentò al balcone della Sala rossa per salutare la folla, i fascisti cominciarono a sparare contro il palazzo e le persone che si trovavano nelle piazze.
Nella piazza si ebbero 10 morti e non meno di 50 feriti.

18 novembre 1944 Bologna - Poligono di tiro
Dopo i duri combattimenti avvenuti nei giorni precedenti i fascisti devono dimostrare di avere la situazione sotto controllo, nelle carceri di San Giovanni in Monte vengono scelti i prigionieri politici o i partigiani catturati e portati al Poligono di tiro di via Agucchi.
Come ricorda Ivo Dalle Donne - Partigiano nella 4a Brigata Venturoli - in carcere in quei drammatici giorni: ... finimmo a San Giovanni in Monte, in un salone dove ce n'erano tanti altri con eguale destino. Venne Tartarotti, ci mise in fila contro le brande e cominciò a scegliere per la fucilazione. Quella volta scelse fra i numeri pari e io ero fra quelli dispari. Ne vidi uscire parecchi per la fucilazione (era il 18 novembre 1944)
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17 novembre 1944 Eccidio di Legoreccio (RE)
Il 17 novembre un forte contingente di truppe tedesche e di militi fascisti, valutato in 150 uomini, dava inizio ad un rastrellamento in tutta la zona della val d’Enza. Partiti da Ciano d’Enza, dove aveva sede una scuola antiguerriglia della Whermacht comandata dal capitano Siefert, tedeschi e repubblichini attaccarono i partigiani una prima volta quello stesso giorno.
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17 novembre 1938 gli ebrei italiani non sono più cittadini.
PROVVEDIMENTI PER LA DIFESA
DELLA RAZZA ITALIANA
RDL 17-11-1938-XVII, 0.1728
VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA
IMPERATORE D'ETIOPIA
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15 novembre 1944 Bologna - Battaglia della Bolognina
Nelle prime ore del 15 novembre 1944 dalla base uscirono Roberto Zucchini “Ambro” e Dante Guadarelli “Rino” che avrebbero dovuto incontrare i dirigenti della brigata per discutere il futuro del gruppo.
Fiorini fece uscire Mario Ventura “Sergio” con l’incarico di accertare la consistenza dello schieramento nazifascista e di riferire. Fatti pochi passi Ventura fu catturato e il giorno dopo fucilato. Poiché non sapevano se la base era stata scoperta o se i nazifascisti stavano effettuando uno dei consueti rastrellamenti, i partigiani decisero di attendere.
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Peppino Serazzi
Viene avvistato dai militi e portato Comando di presidio di Sizzano. Qui viene legato su di una sedia mani dietro la schiena, interrogato e sottoposto a feroci torture, ma i brigatisti non riescono a farlo parlare; Peppino Serazzi non cede, non parla. Pur con il fisico distrutto, Peppino Serazzi vince la sua ultima, grande battaglia, la vince senza armi, con il silenzio, anche dinanzi al plotone di esecuzione.

A Ghemme, in località "Fornace", il giovane Peppino Serazzi viene fucilato. E' il 14 novembre 1944.

Cappelletti Mario anni 18. Colono. Militò nella 5a brg Bonvicini Matteotti. Il 12/11/44 fu arrestato dai fascisti a S. Antonio (Medicina) e trasferito nelle carceri di Bologna. Il 12/11/1944 venne fucilato al poligono di tiro di Bologna.

10 novembre 1944 - Modena
Emilio Po anni 28.
Allo sbandamento dell'Esercito italiano seguito all'armistizio, raggiunse la sua città e si unì ai primi gruppi partigiani che si stavano costituendo nel Modenese.
Entrato nella 65ª Brigata GAP "Walter Tabacchi" ebbe l'incarico di ispettore della formazione. Esperto di esplosivi, Po partecipò a numerose azioni di sabotaggio. Fu catturato dai fascisti, per una delazione, proprio mentre stava costruendo un ordigno. Nel luogo stesso dove stava lavorando, fu seviziato con un ferro rovente perché rivelasse il nome dei suoi compagni. Ma Emilio Po non parlò. I suoi aguzzini cosparsero allora il suo corpo di benzina e lo diedero alle fiamme. Ridotto ad una piaga vivente fu trascinato sino in Piazza Grande e qui, presenti alcuni suoi famigliari, fu fucilato con Alfonso Piazza e Giacomo Ulivi.

10 novembre 1944 - Modena
Il 10 novembre 1944, venivano fucilati in Piazza Grande a Modena, Emilio Po, Giacomo Ulivi e Alfonso Piazza da un plotone della Guardia Nazionale Repubblicana.

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