Scuole pubbliche chiuse per impossibilità di gestire gli spazi in modo adeguato, centri estivi privati e pagamento (organizzati all'interno dei medesimi locali) aperti dal primo giugno: un peccato che non si riesca a sfruttare in qualche modo i secondi per far ripartire le prime.

Ovviamente questa dinamica è coerente con l'impostazione capitalista della società attuale, che prevede (tra le altre cose) la concessione degli spazi pubblici a uso privato, ma mai il contrario (privato tenuto ad aiutare il pubblico quando quest'ultimo è in difficoltà): peccato.

Uno stato più razionale, anziché consentire la riapertura dei centri estivi secondo le tipiche modalità post-scolari (peraltro anticipata, visto che il 1/6 la scuola non è ancora finita), avrebbe cercato modalità di "ripresa" alternative e più compatibili con la didattica. >

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