Jacobin italia, che è diretto dal trozkista capo di Communia network, fa un articolo contro lo sgombero di Ingobernable di Madrid, spazio di mutuo soccorso e beni comuni, della stessa area politica di Communia, entrambi gli spazi appoggiati e appoggianti la frangia trozkista-disob di Podemos(Izquierda anticapitalista, en comu, ada colau etc). quando però a barcellona la sindaca della loro area politica di riferimento, la portavoce dei beni comuni, ha sgomberato gli spazi autonomi, non allineati alla sua area, e ha represso violentemente i manteros, jacobin italia è sempre stato zitto. non sia mai che poi qualcuno rifletta su quanto sono finti e ipocriti questi personaggi.
ps per conoscenza: il direttore di jacobin italia, dirigente politico di communia è vice direttore del fatto quotidiano e direttore di edizioni alegre.

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ovviamente jacobin italia esiste da poco tempo, sarebbe più corretto dire che nessuno dei mezzi di informazione dell'area politica in questione , nessuna analisi critica, nessun post su fb delle aree politiche parallele a en comu catalano e a podemos spagnolo ha mai preso parola sul fallimento politico di quella esperienza dal punto di vista della prospettiva rivoluzionaria. fino all'accordo con Valls tutti hanno continuato a spingersi ada colau e miguel urban, glissando su la repressione della sindaca e gli accordi dei partiti loro amici, ora invece silenzio stampa. ricordate cosa succede nello stato spagnolo quando continuano a propinarvi beni comuni e municipi in comune alle elezioni

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questa pantomima che va in onda da sessant'anni, dell'entrismo e della politica 'di lotta e di governo' deve morire male. questa gente è il tappo delle lotte. questa gente si dice rivoluzionaria ma non tende ad altro che all'auto-riproduzione politica. hanno paura di ogni cambiamento radicale che non riescono a governare, arredano le proprie contraddizioni invece di affrontarle, si accontentano del proprio orticello di riconoscimento politico terrorizzati dal fatto che qualcosa veramente cambi, incapaci di farsi da parte dopo anni di errori sempre uguali ripetuti, senza l'onestà di dirsi che non si è capace e lasciare spazio ad altre modalità, altre visioni, soggetti più radicali ed incazzati. con la finta di parlare alla gente, parlano solo a se stessi.

lo spostamento a destra dell'arco parlamentare e della società tutta, parte dallo spostamento a destra delle organizzazioni politiche extra parlamentari. quando i compagni si spingono la costituzione, la legalità, il valore monetario degli spazi che occupano, fanno trattative per tutto, si fanno assegnare i posti, si candidano, mettono in piedi tutto il teatrino della buona politica, condannano ogni forma di violenza e fanno i distinguo su le pratiche buone pacifiche e sbagliate cattive e si dimenticano di carcere e repressione perché ormai non li tocca più: ecco come si sposta una società più a destra. spostandoci noi verso il centro e espellendo discorsi radicali rivoluzionari dal nostro vocabolario.

e questo discorso si collega benissimo con quello dei social, dove plasticamente negli ultimi anni abbiamo potuto osservare questo shift a destra. usare termini non troppo radicali altrimenti la zia di tua zia vede il post e chissà cosa pensa, fare i comunicati un po' democristiani così magari l'assessore di vattelappesca che lo vede lo condivide pure lui e ti da più visualizzazioni, evitare ogni tipo di riferimento a pratiche se no la digos ci trova oppure evitiamolo se no fb ci censura. mettiamo tante fotine pop che attirano le persone, usiamo la parola d'ordine rivolta ma svuotiamola di ogni senso così che non significhi più niente applaudiamo i cileni in strada ma se al nostro corteo qualcuno tira un fumone prendiamolo a cascate perché le foto devono risultare belle gioiose colorate.

facebook per i compagni è diventato l'anti indimedia dove ogni contraddizone è appianata, dove tutti sono amici di tutti, dove tutto è edulcorato e zuccherato. è stato l'ambiente giusto al momento giusto dopo genova quando anche l'estetica del conflitto ormai era troppo da sostenere, fb ci ha aiutati a darci una ripulita, a prendere le distanze dai black bloc, a aiutare repubblica a fare il riconosimento di chi tirava il sasso, ad autorappresentarci nelle dirette fb come moltitudine anche in cento e a far sì che oltre a quello delle guardie ci sia in strada sempre almento un altro occhio che anche se non lo vediamo sappiamo che qualcuno sta facendo la diretta fb quindi meglio starsene buoni e non fare niente che possa finire in rete e magari diventare un caso mediatico.

@di_elle ne sai a pacchi, mi piace sempre leggere i tuoi take

@di_elle d'accordo su tutto ma sul starsene buoni per non finire in rete come riflessione penso che è da 1 anno che in Francia fanno manif ogni, sottolineo ogni, sabato e non è che differenti modi di stare e agire in manif si siano fatti condizionare da fb. Con tutta la repressione e le violenze che subiscono dall'inizio. Come mai mi chiedo?

@babi non lo so, non conosco il contesto francese. mi mancano troppi elementi ma se dovessi provare a fare una ipotesi con quello che so mi viene da dire che a prescindere dalle condizioni materiali che ti spingono a lottare (che in francia non mi sembrano troppo dissimili dalle nostre) un alto livello di solidarietà pratica e materiale può fare la differenza rispetto a ciò che si decide di sperimentare. se voglio fare una azione a rischio di qualunque tipo, sapere che non sono sola, che c'è un intero movimento che mi para il culo, che se va male non sarò veramente mai sola ma tutta una galassia politica mi sostiene, quello può fare la differenza su quali pratiche decido di adottare. se so che tirando un fumone verso il cordone della polizia il giorno dopo tutti fanno i distinguo e si dissociano, accanno :)

@di_elle la solidarietà è la forza e benché ogni tanto qualcuno ci prova non esiste nessun distinguo nelle modalità, anzi chi si dissocia è fuori, proprio l'opposto di quello che è successo qui. Un esempio arresto di Vincenzo, ci sono un pacco di iniziative (Francia) qui riposto quasi all'oblio. La solidarietà fa decisamente la differenza.

@di_elle bella riflessione, tanti punti che condivido altri che per mancanza personale di esperienze in tal senso o mancanza di informazioni faccio fatica a interiorizzare, ma il senso globale mi sembra bello chiaro!
Questo concetto semplice e illuminante del "riduco la mia estremizzazione per risultare più appetibile e godibile al sistema" per poi inevitabilmente spostarsi a destra è davvero un punto saliente!

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