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Parte 2

Riproponiamo quindi la lettura di un opuscolo composto di spunti, domande, riflessioni su esclusione, inclusione, comunità e altro nell'ambiente anarchico..

autistici.org/distrozione/2019

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Parte 1
“La società giustifica in sé stessa, nella possibilità della sua perpetuazione, ogni aberrazione ed è sempre per adeguarsi ed essere accettatx dalla società che veniamo plasmatx. Il gruppo di amicx, la classe, la squadra di calcio, la famiglia, la coppia”

Ci troviamo davanti una crisi mondiale che (noi personalmente) non avevamo mai immaginato di affrontare prima... Abbiamo di fronte a noi diversi e possibili scenari, occasioni, rotture e crepe con questo esistente.
Oggi più che mai, oltre l'agire, ci troviamo di fronte la necessità di ragionare, collettivamente e insieme su quale comunità vorremmo "creare" e qual'è quella per cui valga la pena (e la gioia) di lottare strenuamente con tutte le forze...

Parte 2
Ora più che mai è fondamentale conoscere quali sono i dispositivi repressivi che lo Stato e le FdO dispongono per controllare lx individux: ripostiamo per questo motivo l'opuscolo scritto da compagnx lesbiche froci e trans* sul funzionamento dei taser.

Autodifesa popolare contro la polizia!

5 pesos un sbirros apesos

autistici.org/distrozione/wp-c

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Parte 1
Le tendenze securitarie non sono una novità nei regimi democratici.
Tuttavia l'emergenza covid-19 e la retorica della guerra che accompagna le decisioni di Governo, Amministrazioni e Confindustria sta giustificando ulteriori strette repressive e abusi polizieschi.
Fin dai primi giorni abbiamo assistito ad un aumento delle retate, dei fermi violenti, non da ultimi quelli di Corso Giulio a Torino e di via Ascanio Sforza e via Padova a Milano, dell'utilizzo improprio di armi.
E' di un paio di settimane fa il video che riprende uno sbirro che utilizza il taser contro una persona che stava entrando all'Ufficio Postale di Corso Giulio a Torino senza mascherina.

DAVIDE DELOGU IN SCIOPERO DELLA FAME
Riportiamo una dichiarazione di Davide circa l'inizio dello sciopero della fame contro la proroga della censura.

"Oltre alla prepotenza carceraria per il totale isolamento, ora ha
voluto partecipare all'orgia anche il magistrato di sorveglianza di
Palermo, dott.ssa Agnelli, che ha voluto prorogarmi la censura il 22
Aprile quando era scaduta il 18 dello stesso mese, adottando le solite e
noiose "motivazioni di sicurezza". Contro tale prepotenza inizio oggi,
24 Aprile, lo sciopero della fame."

Ricordiamo che Davide è in isolamento dal 29 Febbraio, ossia dal momento
del suo ennesimo trasferimento al Pagliarelli di Palermo.

Per scrivergli e fargli sentire la nostra solidarietà:
DAVIDE DELOGU
Casa circondariale di PALERMO - Pagliarelli
Piazza Pietro Cerulli, 1
90129 - PALERMO (Palermo)

(Roma) -Aggiornamenti CPR di Ponte Galeria
17 Aprile

Dai contatti con alcune persone recluse nel CPR di Ponte Galeria sappiamo che nella sezione femminile sono ancora detenute almeno tre donne. Per quanto riguarda la sezione maschile non si hanno notizie dirette, ma il numero dei reclusi sta diminuendo anche lì, non registrandosi nuovi ingressi. Essendo bloccati i voli di rimpatrio per l'emerge
brucerabrucera.noblogs.org/pos

Riceviamo questa mattina e inoltriamo, da davanti al carcere della Dozza.
Ci chiedono di fare girare questo messaggio vocale.

SOMMOSSE NEI CENTRI PER MIGRANTI IN MESSICO
Rivolta e Desaparicion a Tapachula

il 23 di marzo, a tapachula, chiapas, al confine con il guatemala lx
reclusx della "estacion migratoria siglo xxi" hanno cominciato una
protesta per la prolungazione indefinita dei tempi di detenzione
chiedendo la libertà o il rimpatrio ai propri paesi d'origine. Dato
che la situazione delle misure antipandem
brucerabrucera.noblogs.org/pos

Parte 9 (e ultima!)
Speriamo di essere statx abbastanza chiarx nello spiegare le ragioni politiche dietro la scelta di sospendere momentaneamente le consegne.

Ripetiamo che i volti dell’oppressione capitalista sono centinaia e che ci troviamo impossibilitatx a sviscerare in questa sede ciascuno di essi. Crediamo tuttavia che sia importante avere una visione d’insieme in un momento come questo in cui la crisi sanitaria ed economica priva il sistema capitalista della sua maschera democratica. Sfruttiamo la fase di frattura per evidenziare vessazioni e sfruttamento, tessere reti di solidarietà, organizzarci insieme e creare momenti di rottura con l’esistente.

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Parte 8
Infine ricordiamo l’efficacissima misura del Governo a sostegno di lavoratori e lavoratrici precari.e: 600 euro che si accaparra chi ha il dito più lesto e la connessione internet migliore: il clickday è un provvedimento non universalistico che non fa altro che acuire le discriminazioni di classe. Chi lavora in nero, con partita IVA, chi lavora nello spettacolo, nella ristorazione, non percepisce alcuno stipendio e, al di fuori dei 600 euro, nessun reddito: non dobbiamo né stupirci né militarizzare i supermercati se questi vengono assaltati da chi, non venendo pagatx, non può pagare.
Una di queste categorie a cui non è consentito fermarsi e la cui salute è considerata sacrificabile è quella dei fattorini.

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Parte 7
le persone senzatetto e senza fissa dimora vengono sanzionate per non avere una casa.
Le retate nei quartieri popolari aumentano in numero e violenza, e spesso sono dirette verso le persone meno abbienti e costrette a vivere in bugigattoli poco salubri.
“Per contenere il covid-19” le soggettività migranti vengono rinchiuse in campi come quelli bosniaci privi di acqua e luce, o nei CPR dove non vengono garantite loro le minime precauzioni sanitarie; contro le stesse inumane condizioni i reclusi e le recluse si rivoltano all’interno delle carceri ma le loro grida vengono silenziate da un’ulteriore stretta repressiva: l’amnistia paventata con il decreto svuotacerceri sembra non interessi più chi i decreti li emana e li firma.

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Parte 6
L’eccessiva responsabilizzazione degli individui non solo fa perdere di vista i problemi sistematici che questa crisi fa emergere in maniera lampante, non solo si sta dimostrando inefficace nell’arginare la crisi sanitaria, ma ha degli “effetti collaterali” devastanti sulla salute, intesa in senso lato, delle persone. Le oppressioni sistematiche che affliggono intere categorie sociali in questo momento si acuiscono più che mai; ne citiamo qui solamente alcune, lasciando ad altre sedi l’analisi approfondita di ciascuna di esse: sono centinaia le chiamate che i centri antiviolenza ricevono da parte di donne costrette a condividere lo spazio con loro aggressore, i casi di TSO (trattamento sanitario obbligatorio) sono decuplicati nel corso delle prime due settimane di quarantena

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Parte 5
determinando di fatto una «liberalizzazione completa di tutte le attività economiche-produttive». In attesa della risposta prefettizia l’attività può proseguire indisturbata la produzione, e nel caso avesse dichiarato il falso, non subirebbe alcuna ripercussione o sanzionamento.

E’ chiaro che se l’industria non essenziale (ricordiamo ad esempio che lo stabilimento di Leonardo che fabbrica gli F35, non molto utili per far fronte ad un’epidemia, rimane aperto e operativo) non accenna a fermarsi, esponendo al rischio contagio lavoratori e lavoratrici e le loro famiglie. Militarizzare i quartieri e terrorizzare la popolazione con dispositivi di controllo sociale sempre più raffinati e pervasivi non è un buon modo per arrestare morti e contagi.

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Parte 4
Ci appare chiaro come gli interessi economici tutelati da Confindustria e non la salute delle persone siano riconosciuti legittimi e prioritari dal Governo. Solamente i settori essenziali (agro-alimentare, farmaceutico, sanitario e socio-assistenziale) dovrebbero proseguire l’attività; al contrario scopriamo, senza stupirci, che il DPCM del 22 marzo (nello specifico lettera D, comma 1, articolo 1) evita di nominare tutte quelle attività che, fornendo beni e servizi strumentali utili al funzionamento delle attività fondamentali e dunque protette, possono continuare la produzione. Questo allargamento delle maglie, che esonera interi comparti dall’applicazione del Decreto, viene invece demandato a una comunicazione al Prefetto, attraverso una sorta di autocertificazione delle imprese..

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Parte 3
Abbiamo fin dall’inizio diffidato dell’efficacia reale dei provvedimenti e ci siamo fin da subito interrogatx se essi fossero un duro ma necessario prezzo da pagare per impedire la diffusione del coronavirus, o se al contrario essi fossero inadeguati alla tutela della salute pubblica da una parte, e se non avessero troppi effetti collaterali dall’altra.

Ora, senza la pretesa di avere l’ultima parola o la soluzione in tasca, possiamo dire che i nostri dubbi erano fondati...

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Parte 2
Quindi che voi siate a casa o che voi siate al lavoro quello che potete fare è, tra le altre cose, acquistare su bandcamp le copie digitali delle nostre coproduzioni e delle nostre compilation, tutti i proventi che non coprono le spese arretrate saranno dati, come sempre, a compagne e compagni reclusx e in lotta.

distrozione.bandcamp.com

La scelta di non effettuare spedizioni fino a che la pandemia non sarà stata arginata è una scelta prettamente politica. Siamo profondamente convintx che le misure adottate dallo Stato per far fronte all’emergenza sanitaria non siano adeguate, siano misure per così dire di facciata, che dimostrano ancora una volta e ora più che mai, quali sono i primari interessi dello Stato e quali sono le logiche che sottendono alle sue scelte...

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Parte 1
Al fianco di chi lotta
In questi giorni di coprifuoco ed epidemie, molte e molti di noi sono costrettx a stare a casa, oppure a lavorare rischiando di ammalarsi. Il resto delle nostre vite, compresi gli spazi di socialità, conoscenza, aggregazione e organizzazione ci è precluso. Barattiamo, più o meno volentieri, pezzi della nostra libertà per la sicurezza di tuttx.
Altre persone, ancora, sono recluse nelle carceri, veri e propri focolai del virus, oltre che luoghi di tortura, privazione e morte. Li hanno dato vita a una lunga serie di rivolte, che tutt’oggi continuano, per reclamare con forza la propria esistenza.
In questo momento, essendo impossibile organizzare benefit, concerti e discussioni, siamo costrettx a concentrarci su strumenti online per continuare a sostenere compagne e compagni rinchiusx nelle carceri..

Al fianco di chi lotta

In questi giorni di coprifuoco ed epidemie, molte e molti di noi sono costrettx a stare a casa, oppure a lavorare rischiando di ammalarsi. Il resto delle nostre vite, compresi gli spazi di socialità, conoscenza, aggregazione e organizzazione ci è precluso. Barattiamo, più o meno volentieri, pezzi della nostra libertà per la sicurezza di tuttx.
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