“lo stesso ritmo della vita
ospedaliera, anche all’analisi più superficiale, non risulta mai subordinato ai bisogni e al ritmo di
vita dell’uomo da curare, ma alle necessità e alle esigenze dell’organizzazione della cura;
organizzazione che sovrasta la malattia ad un punto tale che essa non trova spazio per esprimere
ciò che è o ciò di cui è il segno. I malati sono svegliati alla mattina presto perché si devono fare le
pulizie prima che passi il medico in corsia;
devono dormire anche se non hanno sonno e si
distribuiscono sonniferi anche a chi non ne fa uso, perché il silenzio deve essere assoluto alla sera
e nessuno –salvo casi eccezionali– deve disturbare il lavoro del turno notturno o il sonno del medico di guardia; le visite sono permesse solo a ore fisse e ridotte, altrimenti intralcerebbero la
cura portando problemi personali e familiari che devono invece restare fuori dall’ospedale”
Salute/Malattia, le parole della medicina Franca Ongaro Basaglia