Le ipotesi di reato contestate riguardano fatti che sarebbero avvenuti tra il 2018 e l’estate scorsa. Le presunte torture contestate sarebbero state connotate da violenze fisiche e psichiche nei confronti di numerosi detenuti, falso in atto pubblico e reati collegati. “Le indagini finora svolte hanno consentito di raccogliere precisi e gravi elementi probatori oggettivi che hanno fornito riscontro alle denunce prodotte nel corso degli anni, permettendo altresì di individuare la c.d. “cella liscia” nonché il c.d. “acquario”, celle entro le quali i detenuti venivano picchiati e rinchiusi in isolamento senza poter avere contatti con alcuno, nemmeno con i loro difensori”
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