In questo brano si respira tutta l’avanguardia musicale degli anni ’20, dall’autore del ‘Ballet mecanique’. Tuttavia non è solo ricerca fine a sé stessa, c’è un filo sottile di ironia che pervade tutto il brano, i suoi frequenti cambi di ritmo e tonalità, improvvisi, quasi a scatti, come una macchina che s’inceppa e riparte . Ci sento anche una citazione dai pianoforti meccanici che ancora in quegli anni andavano per la maggiore in strada e nei piccoli teatri dei cantastorie, dei burattini, dei pupi, oltre al ragtime dei bordelli americani.
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