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Ecco un massacro perpetrato dai vincitori dopo una guerra civile e rimasto nel silenzio assoluto fino a poco tempo fa. I cento milioni di italiani infoibati dai mostri yugocomunisti? No, i campi di concentramento spagnoli nei quali studiarono i nazisti alla fine degli anni 30. Ne avevate mai sentito parlare? La maggioranza delle persone che vivono in Spagna no. Si tratta dell'enesimo episodio sull'amnesia collettiva costruita dal franchismo e mantenuta dalla democrazia [thread]

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Anche dopo la morte del dittatore nel 1975, l'argomento è rimasto fuori da ogni immaginario politico. Un anno fa si è cominciato a parlarne grazie alla pubblicazione del libro dello storico Carlos Hernández, che ha rivelato l'esistenza di 296 campi di concentramento franchisti.

I primi campi furono aperti solo qualche ora dopo il golpe del 18 luglio 1936, nel protettorato di Marocco. Questo dimostra la pianificazione del terrore nazionalcattolico e smentisce la propaganda secondo la quale avrebbero agito per rispondere alla "barbarie rossa".

Infatti, prima del golpe, il giornale Águilas pubblicava: "Creeremo campi di concentramento per fannulloni e malviventi politici, per massoni ed ebrei, per i nemici della Patria, il Pane e la Giustizia. Sul territorio nazionale non può rimanere un solo ebreo, massone o rosso."

Molti di questi "elementi disturbanti", insieme ad alcuni omosessuali e accusati di anticlericalismo, furono internati nei campi, dove vennero torturati e uccisi dalla fame, dalla tuberculosi, dall'ammassamento, dai pestaggi a sorpresa, dalle finte e le vere fucilazioni, dai lavori forzati.

Appena arrivati, gli venivano tolti i propri vestiti e gli rasavano i capelli. Facevano diventare i e le prigionier* una massa amorfa e spersonalizzata che si muoveva a suon di manganello.

Tutti questi elementi ricordano i campi nazisti. È infatti documentato che, già prima del 18 luglio, degli agenti di Hitler aiutarono i generali fascisti a disegnare la repressione futura. Non ci furono camere a gas nei campi spagnoli, ma la brutalità spietata regnava comunque.

Ma il nuovo regime non voleva soltanto *vincere*, ma anche *convincere*. In questa "rieducazione" ebbe un ruolo essenziale la Chiesa, i cui preti addottrinavano i prigionieri nei princìpi del nazionalcattolicesimo. Come, dal resto, fecero per tutto il periodo del regime franchista.

Dopo la fine della II GM, sembrava brutto avere dei 'campi di concentramento', per cui ci fu una "ristrutturazione". Ça va sans dire, l'orrore della repressione non si fermò. Ad esempio, fino a 1966 il regime mantenne una "colonia agricola" solo per omosessuali in Fuerteventura.

Nella transizione verso la monarchia parlamentare attuale, i capi del regime franchista distrussero massivamente dei documenti riguardanti la repressione sistematica che avevano eseguito. Ed il cosidetto "franchismo sociologico" ha fatto il resto in questi anni di *democrazia*.

Una galassia di buchi neri che popola la memoria storica in Spagna, lacune che rendono difficile leggere il passato con chiarezza, identificare nemici nel presente e creare fili rossi che ci connettano con la storia "dei nostri".

@tuttifruttihat Sí, parte de la info que he incluido en el hilo viene de ahí. Entrevista más que recomendable.

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