A essere sotto continua osservazione non è più il corpo biologico in carne e ossa, ma la produzione incessante di dati, informazioni e comportamenti digitali che questo corpo genera. È su queste produzioni immateriali, costantemente lette, catalogate e analizzate che agisce il nuovo psicopotere. È un’egemonia che seduce e allinea. È un sollecito suggerimento di idee, modi di pensare e abitudini da condividere. Un fenomeno che il filosofo Byung-Chul Han studia ormai da anni descrivendolo come “psicopolitica”: un modellamento del mentale nella corsa verso desideri uniformati e nell’oblio più totale dei propri singoli e reali bisogni. (...)
Il desiderio, infatti, a differenza del bisogno, uniforma e catalizza le menti verso orientamenti prestabiliti che rispondono del cos’è bene per tutti.