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Appioppare ad Amazon l'esclusiva colpa della chiusura delle librerie, quando i libri sono, ora come ora, oggetti costosi e ignorati da gran parte della popolazione di 'sto paese, lasciando perdere la qualità e la quantità delle uscite, poca la prima e troppa la seconda

@lucoprofene

Da precaria del settore, hai ragionissima. Si produce tantissimo ciarpame di poco interesse, narrativa scarna e scritta male, curata da poveri cristi redattori sottopagati e sfruttati.

@bluberrycookie pure per le librerie stesse star dietro a sta mole di uscite deve essere un salasso. È un sistema che da lettore non so come faccia a stare in piedi, nonostante la pelle di chi viene sfruttato

@lucoprofene

Le librerie in realtà possono scegliere cosa ordinare e cosa no dai cataloghi, a discrezione.
Per quanto riguarda le spese, dipende se la libreria acquista in conto assoluto o in conto deposito (e questo a sua volta dipende dalle case editrici).

In ogni caso, da quel che ho capito, chi ci rimette spesso è l'editore e chi ci guadagna di più è il distributore (ormai si parla di monopolio di pochi; alcune case editrici più piccole prendono contatti direttamente con le librerie).

@leodurruti @bluberrycookie sarebbe interessante anche analizzare quanto giocano affitti e gentrificazione dei quartieri

@lucoprofene @bluberrycookie infatti, è una cosa da indagare. Ricordo che in almeno due o tre casi di chiusure di cui ho letto negli ultimi - boh - due anni l'elemento scatenante era proprio quello

@bluberrycookie @lucoprofene non del tutto, sai? Almeno, quando ci ho lavorato io, se venivano venduti bene alcuni titoli allora si poteva ordinare anche altri meno "famosi". Non ricordo perfettamente il meccanismo, ma ricordo il responsabile che spingeva l'ultimo tomo mondadori per avere poi più margine di trattativa su alcuni titoli. Poi, per carità, le cose possono essere cambiate :)

@lucoprofene
Come già scrissi tempo addietro, il problema delle librerie italiane è l'oligopolio della distribuzione.

Le grosse case editrici distribuiscono direttamente (es. Mondadori) e fan quel che gli pare, le altre devono passare per forza da Feltrinelli-Messaggerie che impone sconti (a carico della libreria), libri da tenere (per avere 1 libro di un autore non particolarmente famoso devi tenere 10 Bruno Vespa in vetrina, provate a pensare all'impatto di questa cosa in una piccola libreria) e spesso anche imposizioni al limite del legale, come ad es. pretendere i diritti della distribuzione online.

Peraltro novità della stagione: presentazioni e firmacopie ora sono a contributo. Nel senso che l'autore (se non è stra-famoso) paga. Ne incontrai uno, tempo fa, che mi parlò di Salto Quantico.

cronacheletterarie.com/2019/11

@oloturia @lucoprofene

C'è anche da dire che gli italiani, oltre a leggere poco, non di rado leggono pure di merda.

Questa la classifica dei saggi più venduti. A parte quello di Filippi, che è di qualche interesse, non si può non notare quanto diverga questa classifica da quelle definite "di qualità":

indiscreto.org/classifica-di-q

Oltretutto quest'anno sono usciti, o sono stati ristampati, saggi davvero importanti. Ma di questi tra i primi dieci più venduti non c'è traccia.

In Italia si legge poco e male, e forse anche per questo le librerie chiudono...

@PuncoX @lucoprofene

Si legge male perché si promuove male, e chi promuove male? La distribuzione.

(OT: la classifica di qualità sembra uscire dritta dritta da @sicetsimpliciter )

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