10 agosto 1831. Carlotta Cerino e Teresa Meda inscenano a Belmonte (TO) l'evocazione spiritica di Maria Clotilde di Francia. Prima Carlo Alberto ci casca, poi - quando si accorge dell'imbroglio - fa incarcerare le due donne che si servivano di "mezzi usati dai prestidigitatori".
Sappiamo poco dell'evocazione: Carlo Alberto impedì che i biografi registrassero la sua ingenua adesione alle visioni medianiche prodotte dalle due donne. Sul caso sopravvivono poche righe nella sua corrispondenza privata.

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Ma che non ci sarebbe stata pietà verso le due donne era facile prevederlo: entrambe erano donne, entrambe di umilissime origini ("cuisinière" la prima, "servante" la seconda). Il biasimo si concentra sull'uso del trucco illusionistico per tentare la scalata sociale.
I detrattori del paranormale aggiungono la loro dose di sessismo escludendo che le due donne potessero usare autonomamente la voce di una sovrana per manipolare Carlo Alberto e insinuando che Cerino e Meda agissero come inerti marionette tra le mani dei Gesuiti.

Mentre Carlotta Cerino aveva la fama di veggente, Teresa Meda ne era la segreta complice e il suo nome non era noto. Operavano soprattutto a Torino, ma l'evocazione di cui è rimasta la trascrizione si tenne nel convento adiacente al Santuario di Belmonte, in Canavese.
Una ricostruzione filologicamente accurata di un'evocazione spiritica di quegli anni la offre Friedrich Schiller ne "Il visionario", recentemente riedito da Nova Delphi e curato da Fabio Camilletti e dal sottoscritto.
novadelphi.it/sfingi_schiller_

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