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Mi sembra si sia oggi dimostrato che i meme sono una forma degradata di comunicazione, strutturata per litigare o addirittura far litigare (anche senza una reale ragione) le persone.

E' un caso che sono il mezzo espressivo preferito dell'alt-right?

Se per capire e discorrere un meme bisogna conoscerne tutta la storia e la critica, cioè dedicare tempo a far l'esegesi della merda, la proposta del meme è strutturalmente escludente e discriminante, ed è procurato litigio.

Rinunciamo anche noi a esporre idee, polemiche, ironie e sarcasmi in modo chiaro, diretto, inclusivo e non discriminante,
ad esempio esprimendo frasi di senso compiuto?

Disponiamo di un meraviglioso testo di Bifo su questo problema, ma non può essere contenuto nel margine troppo stretto del toot

(e poi non l'ho ancora letto).

Peace & Love

Dopo primo scambio con @positiva
specifico che in tutta questa tirata uso la parola "meme" col significato di "immagini con testo che si propagano in rete", che ho appreso ora essere molto riduttivo rispetto al significato della parola.

Leggevo e pensavo "forse @naivespeaker non ha tutti i torti" ma poi hai citato , quello che voleva curare i nazi, e niente mi sono innervosito subito

@naivespeaker

va bene, la scintilla sarà anche stata il meme, e i meme in generale saranno anche ottimi detonatori (ho qualche dubbio), ma non è il punto.
Il casino poteva nascere da qualsiasi altra causa, è esploso per le modalità di discussione.
Già la povertà del mezzo "social" (in generale) rende difficile capirsi, se poi si discute nel modo sbagliato il flame è assicurato.
Ho sempre più dubbi sul senso di stare dentro a questi social, anche a questo che è molto meglio dei merdai commerciali.

@zlx
Ho deciso di puntare il dito solo sulla scintilla meme e non sulla discussione che si è sviluppata, non desiderando contribuire ad altri spargimenti di sangue.

Comunque secondo me i meme SONO una modalità sbagliata di discussione, un sottoinsieme del problema generale da te indicato.

Nel caso di ieri ha i.m.o. dimostrato al meglio le sue potenzialità.

Un* utente che non conosciamo per sue ragioni che non conosciamo posta un meme interpretandolo in modo che non conosciamo.

Una utente con particolare sensibilità (legittima) agli aspetti di sessismo lo denuncia.

Un terzo utente, attento alla storia che sta dietro quel meme, propone un'altra possibile interpretazione.

Scoppia la bagarre.

Possibile far meglio del meme,
per far flammare due persone che non avevano una ragione per farlo?
Dubito. E' una qualità strutturale.

@naivespeaker Basta chiederci perchè comunichiamo e risponderci onestamente, senza ipocrisie, o con un po meno, e tutto sará chiaro. Nel prossimo numero di Rizomatica si parlerá anche di questo. Accettare sè stess* non è facile, figuriamoci gli altri!!

#rizomatica #identitá #individuo #societá #comunitá #tribù #segregazione #narrazioni
@Silvia
da quando sappiamo che il mezzo è (anche ) il messaggio, la scusa che le forme della comunicazione sono neutre non regge più.
Il meme, come anche tu hai spiegato bene, assieme al messaggio include un ambito sociale in cui quel messaggio è (o dovrebbe essere) condiviso. Se ti esprimi in lingua italiana il tuo messaggio è inclusivo verso tutti i parlanti di quella lingua. Se ti esprimi in barese stretto escludi dalla comunicazione tutti coloro che non capiscono quel dialetto.
Nei meme, di solito c'è un attore positivo (condivisibile) oppure uno negativo (l'idiota) che vengono associati a dei semplici concetti.

Dire:  "quello che pensi tu" = idiota [nel gruppo mio e degli amici miei, dai quali tu sei esclus*]  non è una forma neutra di comunicazione, è una forma identitaria, non inclusiva, aggressiva, semplificante, senza argomentazione...  
il meme, non essendo esplicito, riesce ad aggirare la moderazione degli spazi social ed essendo una immagine non viene neppure letto dall'analisi semantica automatica (che potrebbe riconoscere insulti).
Un meme inclusivo, non insultante non fa ridere. Come le barzellette sugli ebrei. Fanno ridere perchè sono razziste (identitarie, visto che le barzellette sugli ebrei le raccontano anche gli ebrei).  Se non si basassero sul pregiudizio non farebbero ridere. Lo stesso con i meme, se non fossero identitari e insultanti non farebbero ridere.
Il paragone con il cinema non è appropriato perchè, come io ho fatto il paragone con i libri, una forma di espressione complessa non è identitaria (in quanto di solito è fruibile da un ampio pubblico) e non è semplificante e insultante. Rispetta la complessità della realtà e del pubblico.  Il meme è più simile alla barzelletta, in cui è facile trovare l'altro (e il se stesso) da prendere in giro: le donne, gli stranieri, i neri, gli ebrei, i gay, i vecchi, i carabinieri, le prostitute e i loro clienti, i cafoni, i taccagni, i fannulloni...
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