@ossimorosa 😄 pierino porcospino è un'operazione borgesiana di branduardi, i libri sono usciti a fine 900 in realtà, sono artefatti credibili di libri di fine 800, ma sono stati scritti, illustrati, impaginati stampati e rilegati da branduardi 🙂
Mi scordo per giorni di questo posto.
Mi chiedo se dipenda dal fatto che non ho cose rilevanti da dire. Nulla lo è.
O forse è perché non metto in piazza la mia vita, non lo faccio quasi mai, non in maniera spudorata almeno. A chi dovrebbe interessare cosa mangio, dove vado, cosa vedo? Quando pecco di narcisismo scatta l'automatico auto-perculo: lascia perdere Ossimorosa!
Non ho argomenti da sviscerare in maniera arguta, non sono una brillante comica capace di intrattenere con aneddoti.
Nessuna velleità letteraria, che poi già il fatto di abbinare "velleità" con "letteraria" mi depenna automaticamente da tutto ciò che riguarda la letteratura fatta in prima persona.
Leggo molto, quello sì. Sono una buona lettrice che viaggia però con motore alterno. Ora sono in fase di accelerazione e pertanto assecondo la fame di altre storie.
Io parlo poco. O meglio, non parlo di cose mie con molte persone. Mi tengo per me tantissimi pensieri fin da quando sono bambina. Ho montagne di pensieri che rotolano dentro la testa, franano l'uno sull'altro, si mischiano formando nuove parole, un labirinto di pensieri che si ingarbugliano. Sono diventata molto brava a muovermi senza rimanere incastrata (nella maggior parte dei casi).
C'è come un setaccio tra la mente e la voce, è fatto di maglie molto fitte attraverso cui passa pochissimo materiale. Quelle frasi che colano fuori dal setaccio restano ancora un po' in bocca, le rimastico fino a renderle pappetta informe e innocua per i fruitori distratti. Nulla di importante, nulla di cui dover parlarle.
Sinceramente.
Non c'è nulla di cui si debba mai parlare. E mi stupisce chi invece ha sempre da dire.
Sono in digiuno involontario, non imposto. Non mi connetto quasi più a nulla, sono satura e svogliata. Non sento la necessità di dire che ci sono, di lasciare il segno virtuale, di esserci perché così deve essere. Magari leggo, magari navigo, ma in silenzio. La mia voce non è necessaria. Lo so che sono in controtendenza perché se non si lascia il segno, indipendentemente dall'utilita di quello che si possa scrivere o condividere, pare che non si esista. Una vita breve ed effimera, grazie ma preferisco stare al bordo ed osservare.
Quindi ecco, niente. Tutto qui.
Ciao eh.
"Una delle grandi manovre in questa guerra culturale lanciata dal neoliberismo è stata quella di ricreare un analfabetismo politico di massa, facendoci ritornare plebe. Quindi è da qui che si parte. E poi bisogna credere nel conflitto, progettarlo, parteciparvi. Il conflitto è la cosa più importante. Lo diceva già Machiavelli: le buone leggi nascono dai tumulti."
dopo un mese si butta tutto
quando io uso una parola essa significa esattamente ciò che io voglio che significhi