"Non è il lockdown che ha smaterializzato i rapporti umani, ma viceversa, sono le preesistenti condizioni di smaterializzazione (dettate dalle esigenze ideologiche e di profitto) che hanno reso possibile il lockdown.
Se questa ipotesi è vera, ne deriva che non esistono più caratteristiche intrinseche alla collettività che ne impediscano la chiusura in casa per lunghi periodi emergenziali"
Max Headroom-19. Il sogno del «distanziamento sociale» permanente nella propaganda post-coronavirus
https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/04/max-headroom-19-pandemia-e-societa-senza-corpi/
@Antanicus Parlo per me, invece, da ex-misantropo da lungo tempo redento: io mi trovo (in gran parte) d'accordo con l'articolo di Wolf Bukowski *proprio perché* già da anni avevo cominciato a trovare soffocante il grado di smaterializzazione della mia vita sociale, e a percepire un grande valore nelle interazioni faccia a faccia, per quanto semplici. E a sbattere spesso contro il muro di una versione distopica e mainstreamificata di quelli che erano i miei cyber-sogni di adolescente (al punto di abbracciare forme di micro-luddismo come resistenza & auto-affermazione).
@rafu A prescindere dalle singole posizioni personali mi pare indubbio che in termini generali il senso di comunità sia molto affievolito rispetto a solo un paio di generazioni fa (per non andar ancor più indietro). Basta solo osservare quanto le chat abbiano sostituito momenti di aggregazione e discussione informale dal vivo. Quel che evidenzia Wolf Bukowski è che questa smaterializzazione già in atto ha contribuito non poco nel permettere l'applicazione del lockdown.
In una società dotata di un maggior senso di comunità, insomma, si sarebbe già scesi in strada a protestare
@Antanicus