Nella bolla degli omofobi sui social si è scatenato in questi giorni un fortissimo attacco a #SamSmith per il suo ultimo video.
Al di là di quanto mi possa piacere la canzone o l'artista trovo quanto sta succedendo particolarmente interessante.
La canzone e il video utilizzano i classici codici del pop contemporaneo: una spruzzata di sexy, un po' di abiti succinti, qualche movimento pelvico, una canzone sul sesso e vestiti sgargianti.
Roba già vista da almeno 70 anni, sia fatta da donne che da uomini (etero o meno).
Se ci fosse stata Rihanna al posto di #SamSmith in quel video nessuno lo avrebbe neanche notato.
Così come se fosse una performance di Mick Jagger, David Bowie, Harry Styles o Tom Holland.
A differenza di tutti gli artisti citati fino ad ora Sam Smith si definisce apertamente non-binary dopo essersi dichiarat* negli anni prima gay e poi genderqueer. E ha un corpo che, semplificando, non corrisponde ai canoni di un* cantante pop "tradizionale" (magro, muscoloso,...)
Nel video canta
"Everybody's looking for somebody
For somebody to take home
I'm not the exception
I'm a blessing of a body to love on"
E la canzone si apre con:
"If you can't love yourself
How in the hell you gon' love somebody else?"
Il corpo di una persona non-binary, orgogliosa, sexy e alla ricerca di divertimento fa paura e scatena gli omofobi.
Hanno paura della nostra felicità, della nostra voglia di sesso e dei nostri corpi e non dobbiamo perdere occasione per sbatterglieli in faccia ed usarli come arma.