Riguardo all'articolo di dinamopress.... nessuna mobilitazione reale nasce sui social! Questa è una narrazione falsa creata appositamente dopo la Primavera Araba.
Facebook, privato o pubblico, è un campo di battaglia dove NON possiamo vincere. Ci vogliono troppe risorse per avere un peso massiccio su quel tipo di piattaforma.
Il campo di battaglia che richiede attenzione e sforzi, quello dove possiamo vincere, sono le strade, i quartieri, i luoghi di lavoro, di formazione!
@tucum Su Facebook vince solo Facebook ed é altrettanto vero che i social network non sono il luogo primario su cui vale la pena agire, ma gli strumenti di comunicazione digitale, se usati con criterio e appunto solo come strumenti, possono essere utilissimi per integrare mobilitazioni reali e diffonder conoscenza tra queste.
@Ca_Gi Assolutamente! È importantissimo saperli usare... ecco non vanno sottovalutati, ma neanche sopravalutati. Ma ultimamente noto che ce un certo adagiarsi sulla diffusione digitale e al massimo attacchiniamo manifesti.
@tucum Il fatto é che queste tecnologie sono un coltello a doppia lama: da un lato offrono tanti vantaggi ma la loro invasività (e per molti anche misteriosità) li rendono anche pericolosi per chi li utilizza.
L’unico modo per non gettar via il bambino con l’acqua sporca é utilizzarli sempre all’interno di un processo critico costante e capace di ridurli al loro stato di strumenti punto e basta
1- Meno della metà della popolazione mondiale ha un account su facebook, cosa che è determinata dall'accesso a computer/telefoni e internet, ovvero, è una QUESTIONE DI CLASSE. E qual è il compito della sinistra rivoluzionaria se non agire con le classi sfruttate ed oppresse?
2- Non tutto deve essere perennemente attivismo, impariamo anche a separare i luoghi dove svolgere attività politica e di cazzeggio ecc.