L'espressione *smart working* è tutta italiana: benché suoni inglese non la troverete mai in annunci di lavoro anglofoni, dove invece si parla di remote working / work from home.

Per meglio interpretare fonti e norme sarebbe ancor più appropriato parlare di lavoro agile.

Lavoro agile indica una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali. Si differenzia quindi dal telelavoro, una modalità di lavoro svolta in un luogo predeterminato — come ad esempio il domicilio del lavoratore — osservando gli stessi orari e riti dell’ufficio di appartenenza.

Stiamo perciò trattando un tema che riguarda sia il dove si lavora sia il come si lavora, ossia con quale livello di autonomia e di gestione del tempo.

Spesso nelle discussioni sullo *smart working* il tema della **modalità organizzativa** passa in secondo piano rispetto a quello del **lavorare a distanza**, ma è altrettanto importante cogliere questo aspetto quando ragioniamo su come migliorare il clima aziendale.

La definizione dello *smart working* dovrebbe essere infatti intesa non solo come la possibilità di determinare il luogo fisico di lavoro, ma anche e soprattutto come la possibilità di misurare l’attività per obiettivi anziché a tempo.

Pertanto, quando sarà il momento di firmare l’accordo integrativo che regoli il vostro lavoro a distanza, tenete bene a mente le differenze: la vera autonomia sta nel cambiare processi, non nel cambiare sedia.

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