«Non volevo che la mia vita fosse regolata in partenza o decisa da altri. Se alle sei del mattino avevo voglia di fare all’amore, volevo prendermi il tempo di farlo senza guardare l’orologio. Volevo vivere senza orari, ritenendo che la prima schiavitù dell’uomo è comparsa nel momento in cui si è messo a calcolare il tempo. Mi risuonavano in testa tutte le frasi abituali della vita corrente... Non ho il tempo di...! Arrivare in tempo...! Guadagnare tempo...! Perdere il proprio tempo...! Io volevo “avere il tempo di vivere” e l’unico modo per riuscirci era non esserne schiavo. Ero conscio dell’irrazionalità della mia teoria, inapplicabile nella società. Ma che cos’era, poi, questa società, con i suoi bei principi e le sue leggi?».