È di nuovo inverno, in questa città triste.
Le teste dei vecchi come fiochi fiocchi di neve
scaldate a malapena da un sole solitario
che dona a mura in declino toni d’oro e sabbia fine.
Le cartacce trascinate dal gelido vento
come chiare farfalle di bachi malati
volteggiano tra vicoli e cespugli acerbi.
L’acquaneve picchietta il mio viso
in tinta coi miei umori funamboli
e le scalcinate scale di muschi pietrosi.
È da molto che non ti sento più mia
- talvolta neanch’io mi sento mia -
sei fredda come la tramontana che ti sferza
nonostante la luce sui tuoi spigoli e
[ritagli di mattone.
Sei scostante, ma forse m’ami a modo tuo.
[Materartide, 2015; https://burroponyscatoloni.wordpress.com/2015/04/07/materartide/ ]