Alla luce di un ricovero di due giorni per vedere cosa c'era che non va nel mio utero, di un ritrovato abbraccio, di numerosi sostegni, continuo a sentirmi sospesa. Sospesa su una linea del "è così che dovrebbe essere" che mi delude puntualmente, di "ma perché finora nessuno ci ha pensato?", alla continua ricerca di star bene aggirando la linea.
Sospesa la faccenda riproduttiva in attesa degli esami istologici, mi dedico ad affrontare il mostro più grande e irrisolto della mia insufficienza venosa, del mio sangue recalcitrante, della mia continua lotta contro il destino.