"Il 30% dei detenuti entra in carcere per l'art.73 del Testo Unico (spaccio) mentre a fine anno il 35% è in carcere per una violazione del DPR 309/90. Gran parte sono pesci piccoli, pochissimi i narcotrafficanti. Questo a conferma di come «il proibizionismo sia addirittura utile ai consorzi criminali più potenti e organizzati, ripulendo il mercato dai competitor meno esperti» scrive Chianchella. Allarmante poi il dato dei «tossicodipendenti» entrati in prigione che arriva al 36,45%, in aumento costante da 4 anni. A fine anno rappresentano il 27,87%, una presenza maggiore anche rispetto al picco post applicazione della Fini-Giovanardi (27,57% del 2007). "